«Vincenzo d’Amico volevo giocare nella Lazio», edito Lab DFG, è il libro di Gianluca Atlante sul talento baincoceleste.
Vincenzo D’Amico, “O’rey di piazza Roma”, il suo innato talento, il grande numero 10 della storia del nostro calcio a non aver messo d’accordo il proprio talento con l’azzurro della nazionale maggiore.
L’oratorio salesiano della sua città, amata e difesa: Latina. La Lazio, l’infortunio al ginocchio, lo scudetto a diciannove anni con una squadra “dannata”, il viaggio lampo a Torino, sponda granata, il ritorno al capezzale di una Lazio in balia di mari agitati. I due gol in un derby impari, i tre al Varese per evitare la serie C, la famiglia, i figli e l’amore per Simona, la compagna dell’ultimo viaggio, dal Portogallo in paradiso.
La famiglia, il fratello Rosario e i figli Matteo e Niccolò. La storia di un uomo capace di illuminare a giorno campi in erba e pozzolana. Il romanzo di un calciatore d’altri tempi.