Che spettacolo, signori miei! Il Napoli di Antonio Conte, dopo essere stato prematuramente crocifisso alla prima giornata, eccolo lì, solo soletto in vetta alla classifica (seppur per un effimero lasso di 24 ore). Una tripletta di successi consecutivi, culminata in un roboante 4-0 in terra sarda. Certo, il punteggio appare forse un tantino ingeneroso nei confronti degli isolani, ma chi siamo noi per sindacare sulle bizze della dea bendata?
A spianare la strada verso l’Olimpo calcistico ai partenopei ci hanno pensato Juventus e Inter, autrici di performance al limite del grottesco. La Vecchia Signora, nell’arena di Empoli, ha ribadito la sua ormai cronica sterilità offensiva: retroguardia inviolata, sì, ma davanti? Un deserto di idee. Per un pelo non sono tornati a casa con le pive nel sacco!
L’Inter? Ebbene, diciamo che a Monza hanno sonnecchiato beatamente, svegliandosi in extremis per acciuffare un misero pareggio. Inzaghi deve aver scambiato il turnover per una sorta di roulette russa tattica: privandosi in un sol colpo di Barella, Bastoni e Calhanoglu. Audace, no? Il Monza, nel frattempo, con due tiri nello specchio stava per mandare i nerazzurri in analisi.
Chi invece ha dato segni di risveglio è il Milan. Un perentorio 4-0 al Venezia, che forse si cullava ancora sulle onde della laguna. Certo, ora li attendono Liverpool e Inter: non di certo una passeggiata di salute, no? Ma se la ritrovata vena del duo Leao-Hernandez avrà il suo seguito allora nulla è impossibile!
La Roma? Oh, povera Lupa. Lasciarsi sfuggire due punti al 96° contro il Grifone genovese deve bruciare come pepe di Cayenna. Dopo un primo tempo pirotecnico, i giallorossi hanno optato per un sonnellino pomeridiano. Peccato che De Winter abbia deciso di suonare la sveglia proprio allo scoccare del gong.
Atalanta-Fiorentina? Un primo tempo da far girare la testa! Un valzer di gol e emozioni. Poi, nella ripresa, devono aver deciso di concedersi una boccata d’ossigeno. Così i nerazzurri bergamaschi si mettevano alle spalle la disfatta contro l’Inter mentre la Fiorentina, seppur sconfitta, comincia a prendere forma.
Il Torino di Vanoli? Beh, diciamo che dovrebbero erigere un’edicola votiva a San Giovanni Battista (e a Milinkovic-Savic) per quel punticino strappato al Lecce. Un prodigio, in pratica.
Anche il Bologna ha versato fiumi di sudore per racimolare un punto a Como. Una giostra emotiva degna delle migliori fiere di paese. Alla fine felsineo che salvano la pellaccia ma per ripetere l’exploit dello scorso campionato ci vuole ben altro.
E per il gran finale, un colpo di scena degno della penna di Shakespeare: l’Udinese. In svantaggio di due reti a Parma, poi la rimonta, il sorpasso e… voilà! La vetta della classifica. Thauvin in versione supercampione e il Parma che paga a caro prezzo la propria gioventù. Chi l’avrebbe mai pronosticato.
In chiusura di sipario, pregevole affermazione della Lazio su un Verona tutt’altro che remissivo. Per i capitolini, un notevole passo avanti sia sul fronte dell’assetto tattico che nella scalata della graduatoria, superando di slancio gli stessi avversari di giornata.
Alla prossima
Udinese sorprendente, Napoli coinvolgente, Milan convalescente, Juventus e Inter…

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