«Il mio papà, il padre dello scudetto». Stefano Arrica racconta suo padre Andrea, l’architetto del grande Cagliari dello scudetto.
Scrive Arrica: «Tra le tante cose che mio padre mi ha insegnato, mantenere la parola data ha importanza di prima grandezza: promisi a me stesso, nel giorno del suo funerale, di fare un qualcosa che ne tenesse viva la memoria e, grazie agli amici Gianluca e Sergio, con questo libro mantengo fede all’impegno».
Il mio papà, il padre dello scudetto
Ho scelto di scrivere dell’uomo, ancor prima del dirigente di Sport, con tutti i pregi, ma anche i difetti, caratteristici di chi vive la propria vita con passione, sudore e sangue. Per questo motivo, ho scelto di intrecciare il racconto di un uomo che sapeva essere allo stesso tempo flessibile e tutto d’un pezzo, affabile e charmant con gli uomini e le donne più importanti di quell’Italia che, come una fenice, risorgeva dalle ceneri della Guerra; al contrario, rigido e burbero (almeno in apparenza) nella vita familiare.
Ho scelto di raccontare di lui, prima attraverso gli occhi di un bambino che vedeva e temeva il proprio padre come un eroe infallibile; poi con gli occhi di un adolescente e giovane uomo, in un innamorato conflitto tra generazioni; infine con gli occhi di un uomo che da adulto riesce a costruire quel rapporto di amicizia a lungo rincorso.
Un racconto diviso in tre tempi da undici capitoli ciascuno (così come undici erano i “suoi ragazzi” che per decenni della nostra vita lui ha accompagnato in giro per tutta Italia), la cui trama si dipana tra vicende private e imprese di Sport e di Storia: già, di Storia, perché quello Scudetto fu un’epica cavalcata che fece entrare a tutti gli effetti la Sardegna in Italia.