…Tanto tuonò…che non piovve! Tutto, infatti lasciava presagire l’avvicendamento, o quanto meno l’appaiamento, in testa alla classifica della Juventus sui rivali di sempre dell’Inter. Invece gli uomini di Inzaghi, sfoderando una prestazione da grande squadra, qual’è, in quel di Napoli, concedeva alla squadra bianconera solo la mera illusione che questo potesse accadere. Ma mettiamo in ordine gli eventi e analizziamo l’accaduto. ….
Tanto tuonò…che non piovve! Tutto, infatti lasciava presagire l’avvicendamento, o quanto meno l’appaiamento, in testa alla classifica della Juventus sui rivali di sempre dell’Inter. Invece gli uomini di Inzaghi, sfoderando una prestazione da grande squadra, qual’è, in quel di Napoli, concedeva alla squadra bianconera solo la mera illusione che questo potesse accadere. Ma mettiamo in ordine gli eventi e analizziamo l’accaduto.
La Juventus anticipava il suo impegno al venerdì andando a fare visita a quel Monza che lo scorso campionato era stato capace di sottrarle tutti e sei i punti in palio. Partita solita degli uomini di Allegri che passavano in vantaggio subito su una azione d’angolo successiva ad un rigore battuto da Vlahovic e con doppio miracolo di Di Gregorio. A battere il portiere brianzolo ci pensava di testa Rabiot. Poi solito arretramento bianconero, ma senza concedere quasi nulla. Nel tempo finale di recupero, un gran gol di Valentin Carboni sembrava poter chiudere l’incontro sul risultato di parità, ma mai dire mai quando si incontrano i bianconeri e infatti, proprio nell’ultimo minuto di gioco, ecco Gatti riportare definitivamente la Juventus in vantaggio e di conseguenza collocarla in testa alla classifica.
Passiamo adesso direttamente alla partita dell’Inter. Impegno assai gravoso quello in casa dei campioni in carica del Napoli, apparsi rivitalizzati dal ritorno di Mazzarri in panchina, tra l’altro ex con il dentex avvelenato. L’inizio era tutto di marca partenopea, con i nerazzurri guardinghi sul pressing avversario e penalizzati dall’infortunio di De Vrij, che aggiungendosi alle assenze preventive di Pavard e Bastoni, faceva sì che la difesa titolare risultasse “fuori servizio”. Ma poco male perché i sostituti, se così li vogliamo considerare, sono stati più che all’altezza. Ancora di più lo è stato Sommer, che sfoderando una prestazione eccezionale, convinceva gli ultimi nostalgici di Onana che di lui ci si può fidare. Con il passare dei minuti i nerazzurri prendevano possesso del centrocampo gestendo con maestria i tempi della partita. Ad un minuto dal termine dei primi quarantacinque un siluro da fuori area di Calhanoglu permetteva ai nerazzurri di andare al riposo in vantaggio. A margine di questa rete segnaliamo le vibranti proteste napoletane per un presunto fallo di Lautaro a centrocampo. Consideriamo borderline l’episodio che alla mente del popolo nerazzurro ricorda molto quello del derby di due anni orsono che permise al Milan quel successo risultato poi decisivo. La ripresa ci consegnava un Inter assoluta padrona del campo che metteva a segno altre due reti con Barella, splendida esecuzione, e Thuram, splendida azione. Ancora proteste del Napoli su un presunto fallo in area di Acerbi su Osimhen, ma su questo pensiamo di poter dire che il contatto minimo non giustificava l’intervento di arbitro e var. Così si materializzava una vittoria meritata dell’Inter e il ritorno al vertice (questa è la quarta volta che succede in questo campionato).
Parliamo adesso della vittoria scaccia crisi del Milan, 3 a 1 sul Frosinone, che consolida i milanesi al terzo posto non molto distanti dal duo di testa. Il risultato netto e alla fine meritato non deve far pensare ad una partita facile. Semmai, un Frosinone meno supponente avrebbe potuto mettere in difficoltà un Milan ancora alle prese con assenze molto importanti, che lo hanno costretto ad inventarsi la difesa e sperare nel suo attacco di riserva. E proprio il tanto contestato Jovic si è assiso al ruolo di protagonista con una rete ed un assist. Da segnalare la perfetta esecuzione di Pulisic nella rete del due a zero. In cattedra Maignan e Hernandez nell’insolito ruolo di difensore centrale.
Diluvio di polemiche nel pre partita di Sassuolo-Roma a causa delle incaute, per non dire altro, dichiarazioni di José Mourinho, che in maniera preventiva diffidava dell’arbitro Marcenaro, e polemizzava sul capitano avversario Berardi. Alla fine, ironia della sorte, era proprio il direttore di gara con le sue decisioni, prese in maniera assolutamente corretta, a determinare il risultato in favore proprio dei giallorossi. Infatti l’espulsione prima di Boloca e il rigore concesso successivamente, permettevano alla Roma di ribaltare l’iniziale vantaggio del Sassuolo.
Successo sudato quello dell’altra romana, la Lazio, su un Cagliari per oltre un’ora ridotto in dieci. È bastata una rete iniziale di Pedro, ed un miracolo finale di Provedel a determinare la vittoria degli uomini di Sarri, in perenne altalena di risultati e prestazioni. Per i sardi non è stata sufficiente la buona volontà messa in campo.
Incredibile ciò che è accaduto a Lecce con il Bologna in vantaggio fino al 97mo ma proprio nell’ultima azione su angolo a favore dei salentini Calafiori travolgeva inopinatamente il portiere leccese Falcone portatosi in area avversaria per giocarsi l’ultima chance. In un primo momento il rigore non veniva concesso per un presunto fuorigioco di Dorgu, ma Doveri richiamato al Var assegnava il rigore trasformato da Piccoli al centesimo minuto.
Equo pareggio quello tra Genoa ed Empoli che muovono così la loro precaria classifica senza mai dare la sensazione di voler forzare più di tanto.
Vittoria netta della Fiorentina 3 a 0 contro una Salernitana apparsa eccessivamente disattenta in fase difensiva. La squadra di Italiano nonostante i frequenti alti e bassi sembra destinata a poter ambire a posti di classifica magari non di vertice ma di sostanza si.
Altra partita decisa proprio sul filo di lana il derby del Triveneto, con il Verona che riusciva ad acciuffare un pareggio contro l’Udinese di importanza fondamentale. La rete di Henry al 97mo, con la fattiva collaborazione di Silvestri, metteva la parola fine a una partita entusiasmante rimandando ancora una volta il primo successo casalingo dei friulani.
Senza storia Torino-Atalanta, la partita del Monday night, con I granata assoluti padroni del campo chiudere con il netto punteggio di 3 a 0. Davvero irriconoscibile la squadra di Gasperini che senza difesa e orfana anche di Scamacca sprofonda in una crisi davvero preoccupante, contrassegnata da un solo punto nelle ultime quattro. Torino invece che riprende il suo cammino verso la parte sinistra della classifica, potendo finalmente contare su un attaccante di razza qual’è Duvan Zapata autore di una doppietta.
Alla prossima
Foto Fabio Lo Cascio e Giuliano Marchisciano One+Nine Images