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martedì, Settembre 30, 2025
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Roma piange, Torino ride, Milano si divide

Se per la prima volta nella storia il derby d’Italia in casa Juve si è svolto così presto addirittura alla terza giornata (il precedente più precoce alla quinta nel 1994-95), un motivo doveva pur esserci: l’emozione. Sì perché messa da parte l’atavica anoressia nerazzurra sotto la mole, dobbiamo dire che l’emozione l’ha fatta da padrona. Basta leggere il risultato finale 4 a 3 e capire quanti ingredienti hanno condito la “partitissima”. Togliamoci subito di mezzo il concetto del merito: vittoria meritata tanto quanto immeritata è stata la sconfitta. Beh, per chiarire meglio diciamo che la Juventus, nonostante al minuto 85 fosse sotto, meritatamente, 2 a 3 non ha mollato un secondo ed al minuto 91 si è trovata avanti 4 a 3. Dall’altra parte l’Inter capace di dominare la scena per larghi tratti e di recuperare due volte lo svantaggio e di passare addirittura avanti, hanno mollato completamente nei minuti finali come presi da un isterico attacco collettivo di enterocolite. Protagonisti in positivo i due turchi Yildiz e Calhanoglu, i due fratelli Thuram e il giovane Adzic. Se vogliamo passare in rassegna i “cattivi” come non menzionare Vlahovic da una parte ed il trittico d’oro, Sommer, Lautaro e Barella dall’altra. Adesso la Juve tiene testa allo scatenato Napoli e l’Inter si trova a frequentare i bassifondi della classifica con già sei punti di distacco dalla vetta. Tempi duri per il povero Chivu.

Abbiamo citato poc’anzi il Napoli ed eccolo qui trionfante vincitore in quel di Firenze grazie ai suoi tre novelli sposi De Bruyne, Hojlund e Beukema, capaci di chiudere, a differenza della volta scorsa con il Cagliari, subito i conti e vivere di rendita ma senza mai rinunciare ad offendere. Il messaggio che i campioni d’Italia hanno dato è quello di una consistenza di rosa davvero superlativa e di non sentire in nessun modo l’assenza forzata di Lukaku e compagnia. La Fiorentina qualcosa ha tentato ma nulla in confronto alla produzione partenopea. Insomma quello scudetto più che cucito sulla maglia sembra marchiato sulla pelle dei napoletani. A buon intenditor…

Chi si rifà sotto è il Milan di Massimiliano Allegri che nonostante abbia subito per lunghi tratti la sterile pressione del Bologna, ha approfittato del colpo di bacchetta del suo Henry Potter che risponde al nome di Luka Modric per portare a casa la seconda vittoria consecutiva e rimediare al terribile esordio casalingo con la Cremonese. Bisogna segnalare nello score rossonero ben quattro legni e purtroppo un infortunio a Maignan che non sembra cosa di poco conto. Del Bologna possiamo menzionare il detto “tanto fumo e niente arrosto”.

Capitolo romane e certamente non c’è da stare allegri. Iniziamo dai giallorossi incapaci di centrare l’obiettivo di restare agganciati alla coppia Napoli-Juventus e neppure di salvare almeno il pareggio. Che ci fossero problemi di organico si sapeva già e Gasperini lo ha urlato ai quattro venti durante la campagna acquisti, ma è mancata proprio la “cazzimma” per centrare l’obiettivo e in aggiunta tanta imprecisione nel concludere. Naturalmente tutto l’opposto in casa granata che, fatto tesoro della scoppola con l’Inter, ha colpito con Simeone senza mai rinunciare ad offendere e difendendo in modo ordinato e attento lasciando ai romani un corposo quanto sterile possesso palla.

Dall’altra sponda del Tevere simili messaggi anche se forse qualche rimpianto in più per la sconfitta ad opera del Sassuolo lo si può mettere in conto. Oltre a Fadera autore della rete vittoria, i neroverdi devono ringraziare il loro portiere Muric autore di parate incredibili. Adesso la resa dei conti è rimandata a domenica prossima ad orario di pranzo e sapremo chi tra popolo giallorosso o biancoceleste si potrà godere matriciana e abbacchio e perché no ad uno il primo e all’altro il secondo.

Importante successo dell’Udinese che bissava il quello ottenuto in casa interista espugnando anche il campo di un’altra nerazzurra il Pisa (quanto è vero che il bianconero porta fortuna contro i nerazzurri). Partita in equilibrio svizzero risolta solo dalla capacità di essere più… Bravo, Iker in questo caso.

Anche il Cagliari assapora il gusto della vittoria aprendo la terza giornata con un netto 2 a 0 nei confronti del Parma. Puntualizziamo, non è stato un Parma remissivo anzi, ma i sardi hanno saputo colpire nei momenti cruciali opponendo una difesa aggressiva ai ducali.

Parliamo anche del ritorno al successo in grande stile di una Atalanta debordante nei confronti di un Lecce apparso piccolo piccolo. Show di De Ketelaere e prestazione top con rete e traversa di Zalewski (Inter forse qualche rimpianto?).

Molti i rimpianti del Verona che solo per la giornata di grande vena del portiere Audero non è riuscito a battere l’ex capolista Cremonese 0 a 0 il finale.

Infine chiusura affidata a Como-Genoa che ha offerto uno spettacolo ad alta tensione. Prima magica realizzazione di Nico Paz, sempre più vicino ad entrare nell’Olimpo dei grandissimi di tutti i tempi, e pareggio meritato del Genoa con Ekuban a tempo scaduto e con i lariani ridotti in dieci per l’espulsione di Jacobo Ramon .

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