Avevamo parlato in sede di pre-gara di “scrutare il cielo di Milano” e stamattina la metropoli meneghina albeggia con un cielo fortemente colorato di rosso (e nero) nonostante le previsioni parlassero molto di più di una tendenza verso l’azzurro.
Ma bando ai preamboli, passiamo subito ad analizzare questo derby di campionato (girone unico) numero 183. Ha vinto il Milan, come avrete già intuito, e lo ha fatto in modo chirurgico, spietato e diciamolo pure un tantino fortunato. C’è tanto di Massimiliano Allegri, oltre naturalmente di Maignan e Pulisic, in questo successo che permette ai rossoneri di scavalcare gli odiati cugini e adesso anche comproprietari di casa in zona San Siro. Il mister ha attuato alla perfezione la tattica del prima non prenderle così dopo un primo tempo di chiara marca nerazzurra con almeno tre occasioni clamorose per passare in vantaggio, colpiva in modo spietato alla prima vera occasione della partita, forse la seconda considerando un fallito tentativo di Pulisic nel primo tempo. Attori principali lo stesso Pulisic che realizzava la marcatura, Saelemaekers, autore di un buon tiro ma ancor di più Calhanoglu che sbagliando uno stop a metà campo permetteva la ripartenza rossonera e ancor di più Sommer che respingeva sui piedi di Pulisic in modo incerto l’unico tiro nello specchio ricevuto. Dall’altra parte il suo collega Maignan, oltre a compiere un paio di miracoli di rara bellezza, riusciva a neutralizzare un calcio di rigore tirato maldestramente dal (quasi) cecchino Calhanoglu (altro errore sanguinoso). Inutili gli assalti finali al fortino rossonero e Milan che si porta al secondo posto e l’Inter che conferma il recente reflusso rossonero e l’indigestione alle soste per le nazionali (tre sconfitte su tre e tra l’altro tutti scontri diretti con Juve, Napoli e appunto Milan).
A beneficiare principalmente del risultato del derby era la Roma che si portava sola al comando, non le succedeva da tempo, l’ultima volta alla dodicesima giornata del campionato 2013-14 con 32 punti uno in più della Juve ed era il 10 novembre dell’anno 2013, approfittando anche del calendario che le offriva l’opportunità di affrontare, seppur in trasferta, la Cremonese. Vittoria netta nel risultato (3 a 1), anche se qualche grattacapo i grigiorossi gliel’hanno procurato. L’opera di Gasperini, espulso (ndr), si vede tutta e la candidatura della Roma al tricolore ci sta tutta.
Anche il Napoli riusciva a portare a casa una vittoria importantissima contro una Atalanta dai due volti. Dicevamo importantissima perché metteva il punto alle vicende “contiane” di queste ultime settimane. Primo tempo dominato in lungo e largo e chiuso con largo vantaggio. Nella ripresa solo Atalanta che però non riusciva nel miracolo di riacciuffare il risultato che si stagliava così sul 3 a 1.
A frequentare con merito le alte quote della classifica troviamo il Bologna capace di fare un sol boccone di una Udinese poco concentrata e imprecisa. Al 3 a 0 finale per i felsinei dobbiamo sommare per la cronaca anche un rigore fallito da Orsolini (parata di Okoye). Davvero una bella squadra quella messa su dal buon Italiano.
Chi invece continua a stentare è la Juventus di Spalletti che non va oltre, considerato anche il momento degli avversari, il pareggio di 1 a 1 sul campo della Fiorentina. Molteplici i problemi ancora da risolvere per il tecnico toscano e che investono tutti i settori del campo a cominciare dall’attacco dove però Vlahovic, fischiatissimo dal suo ex pubblico, è risultato il migliore dei suoi. David e Openda ancora non pervenuti, l’assenza di Bremer in difesa e un centrocampo impalpabile sono i problemi maggiori. Dal canto suo, Vanoli, mister di fresca nomina gigliato, può considerare questo punticino un buon viatico per l’incerto futuro.
Prezioso successo esterno del Parma in quel di Verona grazie al suo pezzo pregiato Pellegrino, autore della doppietta vincente. Ancora a zero la casella delle vittorie nella classifica scaligera, affiancata all’ultimo posto dalla Fiorentina, anch’essa a digiuno di vittorie.
Netta più di quanto dica il punteggio di 2 a 0 la vittoria della Lazio contro un Lecce incapace della minima reazione. Gli uomini di Sarri riprendono il cammino dopo lo stop contro l’Inter e si confermano una squadra solida e in piena corsa per la conquista di un posto in Europa.
Spettacolare nel punteggio ma anche nello svolgimento è stata la partita tra il Cagliari e il Genoa. Il finale di 3 a 3 la dice lunga su che tipo di partita è stata, con i padroni di casa sempre ad inseguire il punteggio e mai domi. Il Genoa, dal canto suo, ha confermato i progressi dopo il cambio di guida.
Della forza del Como ne eravamo tutti convinti ma che potesse farsi gioco del Torino, e per di più in casa granata, nessuno se lo sarebbe mai aspettato. Il 5 a 1 finale parla da solo così come le gesta del magnifico Nico Paz.
Il Pisa continua con la sua politica dei piccoli passi a mettere fieno in cascina e il pareggio per 2 a 2, sul campo del Sassuolo, va annoverato tra i risultati più significativi dei nerazzurri, mentre per gli emiliani una occasione persa per puntellare la già comunque buona classifica.
Alla prossima




