Finalmente il mistero è stato svelato: la Juve non ha un Super-dirigente e un allenatore, ma un alchimista francese e un enigmista croato.
E se a Tudor vanno fatti soltanto i complimenti per come sta gestendo la fase di precampionato, lo stesso non si può dire per l’ineffabile francese, incapace fino ad oggi di risolvere le situazioni più spinose.
Dopo anni di tentennamenti, di giravolte, di pericolosissime inversioni ad U si chiedeva soltanto una cosa alla nuova dirigenza: la chiarezza.
L’obiettivo era quello di garantire all’allenatore la certezza di poter affrontare ritiro e precampionato con la stessa compagine (salvo piccoli ritocchi) che avrebbe dovuto iniziare la stagione. E questo, al fine di provare schemi e trovare l’amalgama (che come soleva dire il compianto Presidentissimo del Catania, Massimino, non si compra).
I percorsi avrebbero potuto essere diversi, purché chiari fin dall’inizio. Magari anche scommettendo sulla “rinascita” di Douglas Luiz e Nico Gonzalez, limitati dagli infortuni e pressoché impalpabili nelle occasioni in cui erano stati chiamati in causa, al pari (bisogna dirlo) di Koopmeiners (mai decisivo).
In realtà, a due settimane scarse dal termine della sessione estiva del calciomercato l’unico effetto è la svalutazione dei suddetti giocatori: in altri termini, la Juve si trova costretta a svendere professionisti pagati a peso d’oro solo un anno fa.
Anche gli scambi che si prospettano (l’Atletico Madrid offre il terzino destro Molina per Nico Gonzalez) finirebbero per creare scompensi (sovraffollamento di terzini destri e mancanza di esterni alti); e che dire di O’Riley, fino a ieri illustre sconosciuto, ma ora dipinto come campione, al pari di Zhegrova?
Il caos regna sovrano, Comolli è come l’apprendista stregone che si improvvisa chimico, con il rischio di far saltare in aria il laboratorio.
Al contrario, il buon Tudor (molto dignitoso il suo precampionato) deve ingegnarsi per risolvere il cubo di Rubik. Glielo auguriamo di cuore, perché è un professionista serio e lo merita… al contrario della frangia più impresentabile del tifo bianconero.
Foto: Giuliamo Marchisciano