La Beneamata e la Vecchia Signora. Ecco a voi, amici dell’ITALIA DEI DERBY, il Derby d’Italia. Trapattoni e il titolo del 1989: i tifosi bianconeri più attenti potrebbero obiettare che è stato il secondo tricolore dei record per il ‘Gioanin’…
Anche quello del 1977 fu da primato, ovvero il massimo punteggio nei campionati a 16 squadre. Scrivi Alfredo Foni e pensi all’allenatore nerazzurro degli scudetti 1953-’54: da calciatore aveva indossato per diverse stagioni la maglia della Juventus, conquistando due Coppe Italia e uno scudetto. L’ultimo del ‘Quinquennio d’oro’.
L’ultimo in bianconero di Giovanni Ferrari, uno dei più grandi nella storia del calcio italiano che vinse anche con l’Ambrosiana. Con la Beneamata festeggiò -inoltre- i tricolori del 1938 e ’40: gli stessi di Ugo Locatelli, successivamente giocatore della Vecchia Signora. Rievocare la Juventus degli anni Settanta significa ricordare le fondamenta gettate dal povero Armando Picchi, il capitano della Grande Inter e in seguito tecnico bianconero: l’allenatore più giovane della Serie A all’inizio del campionato 1970-’71.
Quando Federico Buffa raccontò Scirea, disse anche che Gai da ragazzino tifava per i nerazzurri. L’incipit di quella celebre filastrocca: nel 1968 Giuliano Sarti si trasferì per una stagione a Torino. E chissà come venne accolto Tarcisio Burgnich quando venne acquistato dalla Beneamata, considerato che indossava la casacca della Vecchia Signora nell’annata 1960-’61… Tra i vari doppi ex, un pensiero speciale a Totò Schillaci, che in Inter-Juventus del 26 aprile 1992 mise a segno l’ultima rete in maglia bianconera. Il Derby d’Italia, un romanzo che non finisce mai di stupire.
Ambrosiana-Inter vs Juventus Anni_1930 Giuseppe_Meazza (Foto Wikipedia)