Non inganni il risultato finale che vede gli uomini di Spalletti prevalere sul Pafos (società che ha la sede legale in Cipro, ma una vera e propria multinazionale), che mette in mostra buona tecnica, ottima organizzazione di gioco e discreta personalità.
L’inizio dei padroni di casa è a dir poco imbarazzante e tutto lascia presagire l’ennesimo “psicodramma” stagionale: gli ospiti sfiorano più volte il vantaggio, ma solo la sfortuna (palo di Anderson Silva, autogol salvato da Di Gregorio) e l’imprecisione hanno permesso ai bianconeri di chiudere il primo tempo a reti inviolate.
La differenza delle compagini è stata imbarazzante: l’una lenta, impacciata, sterile e con una manovra sempre in orizzontale, sempre in difficoltà nelle “uscite” l’altra veloce, sempre in grado di giocare in verticale. Impressiona in particolare il trentottenne David Luiz, che in un contesto così deprimente, sembra venire da un altro pianeta.
L’errore colossale di David davanti alla porta e alcune scelte discutibili (per non dire comiche) sui calci piazzati hanno costretto il pubblico dell’Allianz Stadium, dapprima rassegnato e costernato, a subissare di fischi i propri beniamini al termine della prima frazione di gioco.
Koopmeiners, dopo qualche timido segnale di risveglio, torna al suo “standard” abituale, male Miretti, mentre Zhegrova, schierato dal primo minuto, non rischia quasi mai la giocata e la sostituzione ad inizio ripresa è praticamente obbligata.
Come spesso accade, chi sbaglia paga e il Pafos subisce quasi senza accorgersene due reti nella seconda metà della ripresa: come spesso accade è proprio l’uomo sempre in procinto di partire, lo statunitense McKennie a sbloccare il risultato con una rete da centravanti vero di pregevolissima fattura.
A stretto giro su un’azione di rimessa orchestrata dal sempre più decisivo Conceicao, Yldiz offre un assist invitante a David che, davanti al portiere, stavolta non può davvero sbagliare, mettendo al sicuro il risultato.
I cambi di Carcedo danno vivacità al Pafos (buono l’ingresso di Jajá), ma ormai è troppo tardi.
Al fischio finale dello spagnolo Gil Manzano (ineccepibile la sua direzione di gara), il pubblico tira un sospiro di sollievo. Con nove punti dopo sei gare la qualificazione ai playoff è ancora possibile, ma è chiaro che appena si alzerà l’asticella il rischio di figuracce colossali è dietro l’angolo.
6
Prestazione sufficiente, nel finale rischia un errore colossale, ma viene graziato da un fischio dell’arbitro
6,5
Sempre il più lucido in difesa.
5,5
Dopo alcune prestazioni convincenti, è tornato il Kelly della scorsa stagione.
4,5
Irriconoscibile, lento, prevedibile, una serie di giocate scontate condite da errori grossolani
6
Prova a sovrapporsi sulla sinistra ad uno spento Zhegrova, molto meglio con l’ingresso di Conceicao
5,5
Prestazione mediocre del Capitano. (OPENDA 5: Spalletti prova la squadra super-offensiva a inizio ripresa. Esperimento decisamente fallito. Ci pensa McKennie a salvare la baracca.)
7
Come spesso accade, uno dei migliori. Si applica con abnegazione ed è sempre pronto a “rischiare la giocata”.
5
Dopo alcune prestazioni incoraggianti offre una prestazione anonima. (K. THURAM sv)
5,5
La rete del 2-0 gli evita un’insufficienza grave. Inguardabile nel primo tempo (ADZIC 6: Prestazione sufficiente)
6,5
L’unico a tentare la giocata nel primo tempo. Si accende a sprazzi e tanto basta (CABAL 5,5: La condizione fisica non può essere al top e si vede.)
5
Semplicemente inconcludente. Un conto è giocare dieci minuti con squadre stanche, ben diverso è partire dal primo minuto. (CONCEICAO 7,5: Entra e, come spesso accade, cambia il corso del match. Semplicemente strepitoso)
7
Un marziano. Classe, personalità, effettua aperture di gioco con estrema disinvoltura. Da applausi
6
Merita la sufficienza, ma è il meno brillante dei suoi.
6,5
Prestazione impeccabile, senza errori. Aiutato dalla correttezza delle due squadre.



