Il Milan è ufficialmente in crisi. Di idee, di gioco, atletica e psicologica. È una sentenza che va, inesorabilmente, al di là della sconfitta interna con un’ottima Udinese e delle coeve vittorie corsare di Inter e Juventus, rispettivamente a Bergamo e Firenze.
Direi della stessa classifica, sempre rimediabile sulla carta ma oggettivamente compromessa con prestazioni scialbe e inconcludenti come quella di sabato a San Siro. Si è visto un Milan in confusione, al pari del suo tecnico-manager, voluto dalla Società dopo l’allontanamento e la conseguente obliterazione estiva di una figura chiave come quella del Demiurgo tra campo e Società, in attesa che Ibra accetti di assumerne le vesti.
Dicevo in confusione. Di sistema prima di tutto. Dopo aver clamorosamente sconfessato lo schema classico 4-2-3-1, Pioli lo scorso anno propose un 3-4-3 improbabile, salvo poi ritornare al vecchio schema. Ha fatto altrettanto sabato con l’Udinese, propinandoci un 4-4-2 oramai obsoleto e presentando giocatori inesistenti come Krunic e soprattutto Jovic. Conseguenza: una clamorosa sconfitta interna. Abbiamo visto solo tanta confusione e nulla di più.
E tra poche ore la partita chiave dell’anno col PSG.
Mike Maignain – Foto Giuliano Marchisciano One+Nine Images