Se all’Inter è servita l’intera squadra per battere, seppur in modo netto, il fin qui impenetrabile Como (4 a 0 il finale), al Napoli e al Milan sono bastati i soli Hojlund e Pulisic rispettivamente per riprendersi la vetta della classifica annullando le velleità del duo della Mole. Andiamo con ordine temporale e parliamo della vittoria nerazzurra contro quel Como che spavaldamente si presentava al Meazza non solo con i suoi terribili ragazzini ma anche con la consapevolezza di possedere una difesa che mai nelle tredici precedenti apparizioni aveva subito più di una rete a partita. Diciamolo a chiare lettere: l’Inter ha vinto con pieno merito confermando di essere la squadra che gioca il miglior calcio del campionato e che solo coincidenze astrali negative l’hanno costretta ben quattro volte alla resa (in campionato). Se ci mettiamo pure una Thu-La che sembra tornata quella dei giorni migliori e i tanto criticati nuovi acquisti Diouf e Luis Henrique in grande crescita, il vessillo nerazzurro si candida senza fronzoli a sventolare sul pennone più alto del campionato.
Ma ad occupare quel posto sono contemporaneamente i vessilli azzurro napoletano e quello rossonero milanista. Il Napoli ha fatto fuori per la settima volta consecutiva sul suo campo una Juventus davvero poca cosa se si esclude il solito Yildiz, sempre più fenomeno isolato di casa Venaria. Al contrario il Napoli, decimato nel ruolo centrale di centrocampo con giocatori improvvisati a coprire quella parte nevralgica del campo, ha sempre condotto le danze proponendo come ballerino principe quell’Hojlund dai più considerato la riserva di Lukaku. L’aver portato a casa bottino pieno con Atalanta, Roma e Juventus riporta gli uomini di Conte tra i potenziali aspiranti al bis tricolore. La Juve dell’ex Spalletti ha dimostrato limiti evidenti in tutti e tre i reparti e il suo cammino verso il sospirato posto Champions risulta meno scontato rispetto ai pronostici iniziali.
Passiamo al Milan che, visto nel primo tempo a Torino contro i granata, sembrava destinato a subire l’ennesimo arresto contro squadre “minori” e, tra l’altro, con il grosso problema della perdita di Leao per infortunio. Ma ecco che a metà del secondo tempo dalla panchina si alza il febbricitante Pulisic e si capisce subito che qualcosa sta per succedere: infatti i rossoneri passano dall’essere sotto 2 a 1 al vantaggio definitivo per 3 a 2, che sarà poi il risultato finale. Aggancio al Napoli effettuato e, ancor più gradevole (almeno per i tifosi), sorpasso nei confronti dei cugini.
Ma se prima erano in quattro a ballare l’aligallo adesso sono in tre, perché la Roma sembra proprio non aver più voglia di ballare. Dopo la sconfitta interna subita dal Napoli arriva come un fulmine a ciel sereno quella di Cagliari, ancor più grave per come è maturata. Squadra molle e senza anima, incapace di reagire alla rete sarda. Un vero stop improvviso che ha relegato l’ex capolista solitaria a quarta forza. Di importanza capitale per il computo finale, quando bisognerà contare uno ad uno i punti necessari per la salvezza, il successo del Cagliari.
Partita equilibrata quella tra Lazio e Bologna, con i giochisti per eccellenza Sarri e Italiano che si dividono non solo la posta in palio ma anche il merito di saper annullare l’espressione del gioco avversario. Fatto sgradevole della partita l’espulsione del laziale Gila, sino a quel minuto tra i migliori dei suoi, reo di aver proferito espressioni poco garbate all’arbitro Fabbri.
Sembrava essersi messa alle spalle il periodo nero dopo le ultime due vittorie, campionato e coppa, ma l’Atalanta di Palladino ricadeva nell’oblio, facendosi dominare da un Verona che finalmente raggiungeva quella vittoria che avrebbe meritato da parecchio. Il 3 a 1 finale dice chiaramente quali siano stati i valori in campo e nessun rimpianto, se non quello di aver gestito male l’impegno, devono accampare gli orobici. Il Verona finalmente coglie i primi frutti meritati.
Chi invece non sembrava uscita dal tunnel maledetto della negatività e che con l’ultima sconfitta a Reggio contro il Sassuolo ha messo a soqquadro tutto l’ambiente è la Fiorentina, che sembra non poter uscire da un periodo incredibilmente negativo che l’ha portata all’ultimo posto in solitaria, tra l’altro il risultato più negativo della sua storia. Vanoli al momento sembra non rischiare.
Di capitale importanza il successo del Genoa sul campo dell’Udinese nel weekend del riscatto ligure con le vittorie in serie cadetta di Sampdoria e Spezia. Nella ripresa i liguri hanno mostrato grande abnegazione e maggior consapevolezza nelle proprie possibilità. L’Udinese conferma questa sua tendenza ad andare a corrente.
Anche se non ci ha messo lo zampino Vardy, la Cremonese ha fatto fuori con il classico 2 a 0 un Lecce apparso leggermente sottotono. Adesso i lupi grigiorossi sono in testa alla classifica, anche se quella di destra.
E chiudiamo con il bel successo del Parma in quel di Pisa che perde ancora ed è sempre più invischiato nelle acque paludose della retrocessione.
Alla prossima




