Terzo ko consecutivo per i viola, che hanno disputato al Bentegodi una delle peggiori partite del campionato. È davvero indecifrabile il rendimento degli uomini di Palladino, capaci di alternare prestazioni superlative ad esibizioni sconcertanti. Il Verona ha ampiamente meritato la vittoria, e non tanto per una superiorità tecnica che non può esserci, quanto per un atteggiamento irriducibile, feroce.
Ne è testimonianza l’azione del goal, in pieno recupero (ben sette i minuti concessi dall’arbitro Di Bello, diventati poi otto), che nasce da due contrasti vinti, dapprima a centrocampo da Niasse (che sradica la palla a Ndour), poi, sul prosieguo dell’azione, da Bernede, che, nonostante la scivolata di Pablo Marì, mantiene il controllo della palla, evita l’intervento di Comuzzo e da pochi passi fulmina De Gea.
Un’azione quasi “rugbistica” che dimostra la cattiveria agonistica dei padroni di casa e la voglia di vincere per allontanarsi, almeno temporaneamente, dalla zona retrocessione.
Ottime le prestazioni di Suslov, di Duda e di Tchatchoua.
E la Fiorentina? A parte un’occasione di Kean all’alba della partita, il nulla assoluto: una squadra abulica, spaesata e anche sfortunata, vista l’uscita anzitempo di Kean, che ha tenuto in apprensione il pubblico del Bentegodi ed è stato portato via in ambulanza. Per fortuna, ed è questa la cosa più importante, le sue condizioni sembrano non destare preoccupazione.
La Fiorentina è attesa da una partita casalinga non semplice con il Lecce (furioso dopo la sconfitta “di rigore” contro l’Udinese), mentre il Verona cercherà altri punti-salvezza sul campo non più inespugnabile dell’Allianz Stadium, con la convinzione che una prestazione come quella odierna metterà sicuramente in difficoltà una squadra “molle” come quella di Thiago Motta.
Foto: Giuliano Marchisciano