Saranno gli uomini di Pellegrini a sfidare il Chelsea (che si è sbarazzato agevolmente del Djurgårdens) nella finale di Breslavia.
La Fiorentina, finalista delle ultime due edizioni di Conference, manca il tris, ma il verdetto, dopo due sfide infuocate, con l’appendice dei supplementari, appare tutto sommato rispondente a quanto si è visto sul campo.
Gli andalusi hanno mostrato, infatti, maggiore esperienza ed un più elevato tasso tecnico.
Ai viola, dimostratisi avversari più che degni, vanno comunque tributati solo applausi, in quanto sono stati capaci sul finire del primo tempo (in soli otto minuti) di ribaltare con due splendidi colpi di testa di Gosens (entrambi arrivati da azione di calcio d’angolo) l’iniziale vantaggio del Betis, materializzatosi nel miglior momento dei padroni di casa con uno splendido calcio di punizione di Antony dal limite dell’area.
Nella ripresa i gigliati non riescono a sfruttare l’inerzia psicologica e si rendono pericolosi soltanto sugli sviluppi di calci piazzati.
Al contrario, è proprio il Betis, nel finale, complice un errore di Richardson a sfiorare il goal beffa del 2.2, ma De Gea riesce a sventare prodigiosamente.
Il goal beffa arriva comunque nel primo tempo supplementare al termine di un’azione iniziata con una pregevole sponda di Aitor Rubal che smarca sulla destra il solito Antony che dalla destra serve un assist perfetto ad Ezzalzouli, il quale non deve far altro che spingere in rete.
Curiosamente gli andalusi vanno in rete con gli stessi uomini autori delle segnature nella partita d’andata.
I cambi di Palladino (Zaniolo e Colpani) non spostano gli equilibri della partita, ed anzi inaridiscono il gioco della Fiorentina che, dopo il 2-2 non riesce più a rendersi pericolosa.
Buono l’arbitraggio dello svedese Nyberg.
Foto: Giuliano Marchisciano
