La Fiorentina, ancora priva del suo “faro” Moise Kean si aggiudica il derby toscano e si candida seriamente per un posto in Champions, fino a poco tempo fa insperato.
Certo, le pretendenti sono molte, ma gli scontri diretti di Bologna e Lazio con la Juventus possono favorire indirettamente gli uomini di Palladino.
Il copione è il solito, i viola giocano, segnano, sprecano e alla fine rischiano di vanificare tutto nel finale.
A dire il vero i viola sono un po’ svagati all’inizio e rischiano il pasticcio con Pongracic che, dapprima perde palla nella propria trequarti e poi, nella stessa azione, rischia il più clamoroso degli autogol, impedito dal salvataggio di Ranieri.
Lo scampato pericolo scuote i padroni di casa che in venti minuti chiudono la pratica con due reti di pregevolissima fattura, di Adli (servito in profondità da Mandragora) e Mandragora in rovesciata (su assist di Adli).
Se la seconda segnatura è spettacolare dal punto di vista balistico, l’azione del primo goal è da manuale del calcio, perché Adli inizia l’azione e poi scatta in profondità a ricevere il passaggio di Mandragora (alla faccia del tanto decantato tiki-taka).
Nella ripresa gli uomini di D’Aversa riaprono la partita con una girata nell’area piccola di Fazzini, ma non riescono a rendersi poi pericolosi fino all’infuocato finale, anche perché i gigliati riescono a gestire saggiamente il possesso palla.
Sono infatti i viola a sfiorare ripetutamente il 3-1, prima con Folorunsho, poi con Gudmundsson, sul quale è attento Vasquez.
Ma nel finale, ci vuole il solito De Gea a salvare una Fiorentina che va in confusione totale, come spesso le è accaduto in questo campionato, ma al triplice fischio di Rapuano il pubblico del Franchi (e, in primis, Commisso) può tirare un sospiro di sollievo.
Con il Betis certe distrazioni non saranno ammesse, ma intanto il campionato continua a regalare emozioni forti ed un finale incertissimo.
L’Empoli resta malinconicamente appaiato al Venezia in penultima posizione: difficile che si ripeta il “miracolo” dello scorso anno.
Foto: Giuliano Marchisciano
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