Nella città dove Erasmo aveva confezionato quel capolavoro di filosofia che è “L’elogio della follia “, Coinceiçao si fa trascinare dall’utopia erasmiana e presenta il 4-2-4 fantasia, con 4 giocatori d’attacco. A nulla vale l’esperienza rossonera, intrisa di ricordi antichi (e talvolta negativi) con questi olandesi del Feyenoord che, proprio 56 anni fa, eliminarono, in un ottavo di finale in Coppa Campioni, il Milan fresco campione d’Europa e del Mondo, prima di vincere sorprendentemente il trofeo proprio nella finale di San Siro. Altri tempi.
Sarà per questo motivo (una vita fa), sarà perché costretto dalla squalifica di Musah e della coeva indisponibilità di Loftus, sara’ perché ha fuori lista Champions Jemenez, Bondo, Sottil, che il mister rossonero ha prescisso, dal precedente ed ha rotto gli indugi. Alla faccia della nomea di difensivista che lo accompagna. Se questo sia, o meno, un sistema di gioco sostenibile lo dice presto il campo.
Ed in effetti un Feyenoord in palla mette alle corde un Milan in sofferenza assoluta, che subisce ritmo e velocità degli olandesi, sempre in raddoppio sulle fasce e che passano in vantaggio al terzo minuto per un clamoroso errore di Maignan, su un tiro tutt’altro che irresistibile di Paixao, brasiliano interessantissimo. La prima frazione termina con gli olandesi giustamente in vantaggio. Il Milan non riesce ad invertire l’inerzia della partita neanche nel secondo tempo, giocando male e senza identità, senza idee, senza distanze giuste tra i reparti, con assoluta discontinuità. Ennesima figuraccia in questa stagione impalpabile rossonera.
Il risultato non cambia e resta fermo al 90mo alla “papera” di Maignan; si, può essere ribaltato martedì prossimo a San Siro, ma rimane la perplessità di una figuraccia. Ennesima.
Visto l’insegnamento di Erasmo?
Foto Giuliano Marchisciano