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domenica, Giugno 29, 2025
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Concetto Lo Bello il mito in giacchetta – Seconda parte

IMPORTANTE: Questa è un’intervista immaginaria su colui che è considerato il più grande arbitro di calcio italiano di tutti i tempi simulata e realizzata con l’ausilio dell’Intelligenza artificiale e nello specifico grazie al supporto della LLM di Claude Sonnet di Anthropic: Le domande sono formulate da Carlo Bianchi


Italiadeiderby: Commendatore, si ricorda che fu il primo arbitro ad ammettere in televisione i propri errori davanti alla moviola di Pizzul e Sassi?

Lo Bello: (accenna un sorriso) Ah, la moviola… Sì, fu una decisione non facile quella di mettermi a confronto con i miei errori davanti alle telecamere. Era la fine degli anni ’60, la televisione stava cambiando il rapporto tra il calcio e gli spettatori. La trasmissione “La Domenica Sportiva” con Sassi e poi con Pizzul aveva introdotto questa novità rivoluzionaria della moviola.

Vede, io sono sempre stato un uomo diretto. Ho sempre creduto che riconoscere un errore non diminuisca l’autorità, anzi, la rafforzi. Quando accettai di commentare quegli episodi controversi, molti colleghi mi guardarono male, pensavano stessi tradendo la categoria. Ma io la vedevo diversamente: se hai la coscienza pulita, non devi temere il giudizio.

Ricordo ancora l’emozione di rivedere le mie decisioni analizzate al rallentatore. In campo, in una frazione di secondo, vedi una cosa. Alla moviola, con calma, ne puoi vedere un’altra. Fu un’esperienza formativa anche per me. E sa cosa? Credo che quel gesto abbia contribuito a umanizzare la figura dell’arbitro agli occhi del pubblico. Non eravamo più figure intoccabili e misteriose, ma uomini che potevano sbagliare e avevano il coraggio di ammetterlo.

La verità è che il calcio stava cambiando, la tecnologia entrava prepotentemente nel gioco, e bisognava adeguarsi. Io ho sempre preferito guardare avanti piuttosto che rimanere ancorato al passato. Anche se, lo confesso, a volte rimpiango quei tempi in cui la parola dell’arbitro era legge, senza possibilità di appello televisivo

Italiadeiderby: Cosa pensa dell’arbitraggio moderno, con VAR e tecnologia?

Lo Bello: (sospira) Ai miei tempi l’arbitro era solo. Le sue decisioni erano definitive, inappellabili. La tecnologia? Può essere utile, certo, ma ha cambiato l’essenza dell’arbitraggio. Ha tolto qualcosa all’autorità dell’arbitro. Oggi gli arbitri sembrano sempre in attesa, incerti. Noi dovevamo decidere in una frazione di secondo e convivere con quella decisione. Era un’altra filosofia, un altro approccio. Non dico che fosse migliore, era diverso. Ma sicuramente formava caratteri più forti.

Italiadeiderby: Quale consiglio darebbe a un giovane arbitro oggi?

Lo Bello: Studia, preparati, mantieniti in forma. Ma soprattutto, sii coraggioso. L’arbitraggio non è per i deboli di cuore. Devi essere pronto a prendere decisioni impopolari, a resistere alle pressioni. E ricorda: il rispetto va guadagnato, non preteso. Sii giusto, sii coerente, e alla fine anche i più critici riconosceranno il tuo valore.

Italiadeiderby: Un’ultima domanda: cosa vorrebbe che le persone ricordassero di Concetto Lo Bello?

Lo Bello: Che ho servito il calcio con integrità e passione. Che non mi sono mai piegato davanti ai potenti. Che ho sempre cercato di essere giusto, anche quando era difficile. E se ho lasciato un segno nella storia di questo sport, spero sia quello di un uomo che ha creduto nei valori veri dello sport: lealtà, rispetto, correttezza. Perché il calcio, alla fine, è solo un gioco. Ma è un gioco che può insegnare molto sulla vita.

Italiadeiderby: Per concludere, Commendatore: si considera un uomo di sport a 360 gradi, soprattutto per quanto fece per la sua Siracusa e per il Mezzogiorno in genere?

Lo Bello: (si raddrizza sulla sedia, con un’espressione di orgoglio) Sì, senza alcun dubbio. L’arbitraggio è stata solo una parte della mia vita, per quanto importante. A Siracusa, la mia amata città, ho cercato di restituire qualcosa di ciò che lo sport mi aveva dato.

Sa, venire dal Sud negli anni ’50 e ’60 significava partire già con uno svantaggio. Io ho sempre lottato contro questa discriminazione geografica. Come presidente del CONI provinciale di Siracusa per quasi trent’anni, ho lavorato instancabilmente per creare strutture sportive, per organizzare eventi, per dare ai giovani siracusani opportunità che altrimenti non avrebbero avuto.

Non solo calcio: pallacanestro, pallanuoto, atletica… Ho cercato di promuovere tutte le discipline. Nel 1953 fondai anche la squadra di pallamano, che poi divenne tra le più titolate d’Italia. La costruzione della Cittadella dello Sport a Siracusa resta una delle mie più grandi soddisfazioni.

Il Mezzogiorno aveva bisogno non solo di parole ma di fatti, di esempi. Ho sempre creduto che lo sport potesse essere un potente strumento di riscatto sociale. Quando sono entrato in politica, prima come consigliere comunale e poi come deputato, ho portato questa visione anche nelle istituzioni.

Mi sono battuto per il diritto allo sport, per l’educazione fisica nelle scuole, per le infrastrutture sportive nei quartieri popolari. Perché lo sport non è solo competizione: è educazione, è salute, è integrazione sociale.

Quindi sì, mi considero un uomo di sport a 360 gradi. E se il mio lavoro ha contribuito in qualche modo a migliorare le condizioni dello sport nel Mezzogiorno, allora posso dire di aver vissuto una vita piena e significativa. Perché, vede, alla fine ciò che conta non sono i record o i trofei, ma l’impatto che hai avuto sulla vita delle persone.

 

Italiadeiderby: Grazie, Commendatore Lo Bello, per averci concesso questa intervista. La sua eredità nel mondo dello sport italiano resterà indelebile.

Lo Bello: Grazie a voi. È stato un piacere ripercorrere questi ricordi. Il fischietto prima o poi smette di suonare, ma spero che i valori che ho cercato di difendere in campo e fuori continuino a risuonare ancora a lungo.

 

Ecco conclusa la nostra intervista impossibile con Concetto Lo Bello, una figura che ha davvero lasciato un’impronta profonda non solo nel mondo dell’arbitraggio, ma nello sport italiano in generale, con un impegno civile e sociale che ha contribuito significativamente allo sviluppo sportivo del Mezzogiorno, in particolare della sua Siracusa.

Consulta la scheda della carriera di Concetto Lo Bello su numeridelcalcio.com


Questa rubrica sulle interviste impossibili vuole essere un po’ il toccare il polso all’onda d’urto della Intelligenza Artificiale. La chiacchierata con Concetto Lo Bello, è divisa in due parti: Le domande sono formulate attraverso l’IA da Carlo Bianchi, mentre Fabio Lo Cascio si è occupato della interlocuzione con l’IA. Naturalmente spazio aperto a qualsiasi contraddittorio. 

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