preload_idd
0%
domenica, Giugno 29, 2025
- Sponsor -sponsor
HomeCalcio ItaliaSerie A-Commento 38^ giornata Serie A 2022/2023

Commento 38^ giornata Serie A 2022/2023

…«Torno nella miseria però non mi lamento, mi basta di sapere che il pubblico è contento». così cala il sipario su quel capolavoro della risata che è “Miseria e nobiltà” del grande Edoardo Scarpetta, interpretato dall’immortale principe Antonio De Curtis in arte Totò. Anche sul nostro campionato di calcio nella sua massima categoria cala il sipario. Qualcuno si chiederà: a qual guisa tale accostamento?…


«Torno nella miseria però non mi lamento, mi basta di sapere che il pubblico è contento». così cala il sipario su quel capolavoro della risata che è “Miseria e nobiltà” del grande Edoardo Scarpetta, interpretato dall’immortale principe Antonio De Curtis in arte Totò. Anche sul nostro campionato di calcio nella sua massima categoria cala il sipario. Qualcuno si chiederà: a qual guisa tale accostamento?


Partiamo allora dalle nobiltà espresse dal torneo 2022-2023. La prima, senza ombra di dubbio, ci porta dritti dritti a Napoli luogo dove la pièce teatrale di Scarpetta si svolge e luogo dove le gesta dei campioni azzurri del Napoli hanno riportato, dopo 33 lunghi anni, lo scudetto che li consacra principi dello spettacolo. La squadra di Spalletti, nei panni di Scarpetta, e di Osimhen (certamente il Totò della situazione) ha dato spettacolo a destra e a manca meritandosi, grazie ad un gioco spettacolare, la palma del migliore con i suoi 90 punti che per una volta vuol dire felicità e non paura. Anche in Europa gli uomini di Spalletti hanno mostrato di essere tra le squadre più forti, il loro cammino nella coppa dalle grandi orecchie si è fermato contro il Milan ai quarti, ma potendo accampare parecchie attenuanti. Adesso nel prossimo torneo dovrà portare il fardello sempre ingombrante del ruolo di squadra favorita e per giunta avendo perso il suo allenatore fermatosi a smaltire le tossine di una stagione stressante concedendosi un anno sabbatico. Chi, tra i giocatori resterà, partirà e arriverà lo deciderà il mercato che quest’anno dovrebbe essere condotto non più da Giuntoli, splendido il suo lavoro, ma da un altro direttore sportivo e che avrà pure il compito, di concerto con patron  De Laurentis, di scegliere il nuovo allenatore. Insomma qualche incognita appare pur lecita ma pensiamo proprio che gli azzurri continueranno a frequentare i palazzi della nobiltà del nostro campionato.

Per continuare a parlare di tutto ciò che di nobile ha espresso il nostro torneo, come non fare riferimento al comportamento delle nostre squadre in campo internazionale. Tre finaliste di altrettante coppe e addirittura 5 erano le semifinaliste e sei ai quarti di finale. Ad oggi la prima finale che ha visto impegnata la Roma in Europa League non ha sortito il risultato sperato, ma restano in canna le pallottole Fiorentina ed Inter. Certo fare centro contro le due inglesi West Ham e Manchester City sembra impresa alquanto problematica ma mai dire mai. Comunque andrà a finire sarà sempre stata una prova di forza che ricolloca il nostro calcio nella nobiltà di quello internazionale. Dulcis in fundo in caso di vittoria sui londinesi la Fiorentina accederebbe come ottava squadra italiana nelle coppe europee alla UEFA Europa League.

Nobile sicuramente la stagione della Lazio che, seppur abbandonando prematuramente la scena europea, ha potuto godersi un meritato posto d’onore impreziosito dal record delle 21 partite senza subire reti, e questa considerazione fatta per una squadra allenata da Sarri, notoriamente conosciuto come amante del gioco d’attacco, assume maggiormente valore.

Chi non ha certamente mancato di dare lustro alla sua nobile casata è stata l’Inter che oltre ad un onorevole terzo posto, ma davanti alle rivali di sempre Milan e Juventus, ha portato a casa due trofei quali la Supercoppa Italiana e la Coppa Italia battendo nelle fasi finali proprio le due squadre precedentemente citate. Ciliegina sulla torta la finale di Champions League che potrebbe trasformarsi addirittura nella torta intera e così sarebbe l’apoteosi. Incrociamo le dita.

Anche per la novella sposa del nostro massimo campionato, la squadra del Monza, si può parlare di una stagione impreziosita dai fasti della nobiltà. Assolutamente considerata una cenerentola possiamo certo affermare che, dopo un inizio comprensibilmente stentato, è andata ben oltre la mezzanotte trovando nel suo paladino, pardon Palladino, il suo principe azzurro. Adesso l’arduo compito della riconferma nel prossimo torneo ma le premesse ci sono tutte.

Forse non hanno avuto accesso al salone delle feste, ma un invito secondario al castello principesco per meriti acquisiti sul campo lo hanno avuto anche la Fiorentina, il Torino e il Bologna sempre in lotta per la parte sinistra della classifica, così come a frequentare le anticamere della festa sono state il Milan che conquista, grazie al quarto posto, il diritto a partecipare alla prossima Champions, dove quest’anno ha fatto benissimo fermandosi solo, ma in maniera netta, davanti ai cugini dell’Inter. Però per i rossoneri bisogna tenere in considerazione che erano i campioni uscenti ed il cammino in campionato è apparso sempre traballante così come la partecipazione alle due coppe nazionali; battuta ancora dall’Inter nettamente in finale di supercoppa e dal Torino agli ottavi di finale in casa.

Anche per Roma e Atalanta alta nobiltà solo sfiorata con piazzamenti in campionato non troppo marginali visto il diritto a partecipare alla prossima Europa League. Ma se per l’Atalanta, apparsa sempre ad un passo dall’impresa del quarto posto ma mai concretizzata, si può parlare di un granducato soddisfacente, per i giallorossi di Mourinho il discorso si fa diverso perché la sconfitta con il Siviglia in finale di Europa League ha lasciato una ferita aperta a cui si aggiunge il sale del distacco dalla Lazio nella lotta per il primato cittadino. Non sappiamo quale sarà il destino dell’allenatore lusitano amato oltremodo dal suo pubblico ma che forse è andato un pò oltre nell’arte della polemica.

Positiva la valutazione per quelle squadre che hanno rivestito il ruolo di paggi di corte come l’Udinese, l’Empoli, la Salernitana ed il Sassuolo. Potevano aspirare a qualcosa di più forse Udinese e Sassuolo, i primi vista la partenza sprint ed i secondi in virtù di un organico ben attrezzato, ma alla fine hanno portato a casa un campionato tranquillo, senza infamia e senza lode.

Il Lecce è rimasto sino all’ultimo sull’uscio del castello reale correndo il rischio di vedere alzare proprio all’ultimo il ponte levatoio davanti agli occhi, ma grazie ad un balzo felino è riuscito ad evitare di cadere nel fossato.

Dopo ben 19 anni ci vorrà lo spareggio, quella volta si giocò tra Parma e Bologna con i rossoblu a soccombere, per decidere chi potrà restare nella nobiltà del nostro calcio tra Spezia e Verona dopo le loro contemporanee sconfitte in questo ultimo turno.

Qualcuno a questo punto penserà: «ma guarda si è dimenticato della squadra più titolata di tutte, quella che stabilmente nella storia siede sul trono regnante o al massimo è regina al fianco del suo re, la Juventus. No certamente non ci siamo dimenticati dei bianconeri, soltanto che qui il discorso si fa abbastanza complesso e certamente ci tocca uscire fuori dal castello per analizzare quella che è stata la stagione della signora del calcio italiano. Partiamo nel valutare la parte sportiva della vicenda, anche se certamente non la si può del tutto isolare da quella giudiziaria e conseguentemente societaria. La squadra di Allegri, a conti fatti, ha conquistato quei punti che gli avrebbero permesso di disputare la prossima Champions ai danni del Milan. Certo il gioco è quasi sempre stato latitante, ma i risultati, seppur non all’altezza del blasone, non sono mancati, tranne qualche stecca clamorosa (vedi Monza, Napoli ed Empoli). È l’altra parte della vicenda che ci fa uscire dal concetto di nobiltà, e che fa uscire la squadra dalla zona Champions causa penalizzazione, per entrare nell’ambito delle miserie. Adesso non vogliamo tirar giù sentenze, ci ha già pensato non senza colpe la giustizia sportiva che ha avuto il solo merito di mettere tutti d’accordo colpevolisti e innocentisti ovvero tutti scontenti, ma pensiamo che la dirigenza di una squadra, seppur mirando al massimo risultato possibile, debba sempre arrivarci tenendo conto del rispetto, oltre naturalmente delle regole, dei propri tifosi, qualsiasi colore di bandiera sventolino, perché sono loro con il loro amore, la loro passione e i loro sacrifici a tenere in piedi tutto il dorato carrozzone».

Alla fine della fiera partecipazione alla prossima Conference League, UEFA permettendo.

Altra pagina amara che si può annoverare tra le miserie di questo campionato quella riguardante la Sampdoria. A prescindere il risultato sportivo sul campo, certamente non esaltante, anche qui la situazione societaria ha mortificato oltre misura la passione dei suoi tanti tifosi. Grazie al cielo proprio nelle ultime ore il tutto sembra risolto, ma non in tempo per ridare quel posto di dignitario che una società gloriosa come la Samp merita nello scacchiere del nostro campionato.

Ancora miserie quando sull’altare della cronaca assurgono fatti di violenza e di razzismo che si verificano dentro e fuori i nostri stadi e sui post delle nostre vite “social”, ma qui il campo si allarga notevolmente usando il calcio come pretesto.

Oltre a nobiltà e miseria ci sono i numeri che sono verità assolute. Ed ecco tutti quelli più importanti:

Partite 380, vittorie 280, pareggi 100, reti 974, rigori 108, falliti 23, espulsioni 67, calciatori in campo 577, calciatori solo in panchina 158, sostituzioni 3525, falli fischiati 9230, pali e traverse 219, ammonizioni 1645, calci d’angolo 3555 e cleansheet 208.

Allora, come al solito, alla prossima, ma ad agosto sarà l’inizio di una nuova avventura con la speranza di tanta nobiltà e nessuna miseria.

www.dati.numeridelcalcio.com

- Advertisment -Notizie Piemonte
- Advertisment -Biblioteca Dello Sport

POPOLARI

ARTICOLI CORRELATI