«Il campionato, dopo aver definito il suo alfa ed omega che rispondono al nome di Napoli e Sampdoria, si prepara a vivere il suo rush finale per completare i verdetti definitivi in tema di qualifiche per le coppe europee e le ultime due vittime sacrificali da spedire in purgatorio. Turno il trentacinquesimo per niente interlocutorio costato carissimo a Milan e Atalanta e un po’ meno a Roma e Lazio»…
Il campionato, dopo aver definito il suo alfa ed omega che rispondono al nome di Napoli e Sampdoria, si prepara a vivere il suo rush finale per completare i verdetti definitivi in tema di qualifiche per le coppe europee e le ultime due vittime sacrificali da spedire in purgatorio. Turno il trentacinquesimo per niente interlocutorio costato carissimo a Milan e Atalanta e un po’ meno a Roma e Lazio. Al contrario tutto liscio per le due nemiche storiche Inter e Juventus. I nerazzurri, in vista del ritorno della semifinale di champions con i cugini rossoneri, ricorrevano ad un turnover massiccio con ben otto seconde linee in campo, ritrovandosi di fronte la sua bestia nera Sassuolo al completo. Alla fine il successo di importanza capitale non è sfuggito di mano agli uomini di Inzaghi che grazie ad un Lukaku in perfetta forma fisica e autore di una splendida doppietta, avevano la meglio sui neroverdi che non si sono affatto dimostrati remissivi, tutt’altro. Ad un certo punto quando il Sassuolo è riuscito a ridurre il triplice svantaggio ad una sola rete, la sensazione di vedersi raggiungere ha attraversato le menti di tutto il mondo nerazzurro, ed invece ci ha pensato Romelu a mettere le cose a posto.
La Juventus ha tenuto fede ai desiderata del suo mister, ovvero quello di tenere ben saldo il secondo posto sul campo, e ha fatto fuori senza sudare poi tanto quella Cremonese che a Torino cercava quei punti utili a rimetterla in gioco per la salvezza, ma nulla ha potuto contro la superiorità manifesta del roster bianconero. Nota negativa l’ennesimo infortunio di Pogba apparso quasi drammatico nell’immediato, ma poi rivelatosi di media entità e che rimanda il tutto al prossimo campionato, forse.
Passiamo ora alle note dolenti della giornata. Iniziava di venerdì la Lazio che per riacciuffare il pareggio interno con il Lecce ha dovuto attendere il 95′ minuto. Se consideriamo quanto considerevole vantaggio avevano i biancazzurri appena cinque giornate addietro sulla Juventus penalizzata e sull’Inter, rispettivamente 17 e 10, e adesso doverli guardare dal basso fa specie. Ancora il posto champions sembra alla portata ma da adesso in poi non sono permesse ulteriori distrazioni. Dal canto suo il Lecce ha visto svanire all’ultimo respiro quella vittoria che avrebbe significato salvezza quasi certa.
Il sabato calcistico si apriva con l’ennesima battuta d’arresto dell’Atalanta che si faceva superare, senza poter attingere alla fonte dei rimpianti, dalla Salernitana che con questa vittoria abbandona la zona del mare in tempesta per farsi guidare dallo Zefiro nella quiete del lido salvezza. Adesso l’Atalanta deve lottare almeno per il posto diretto in Europa league.
E veniamo a quello che è stato il risultato più incredibile di tutto il turno 35, Spezia-Milan 2 a 0. Sta veramente giocando col fuoco la squadra di Pioli e questo per qualcuno potrebbe sembrare una ovvietà visto che stiamo parlando del diavolo, ma il tutto va visto nella sua accezione assolutamente negativa che è quella di vedersi sbattuto fuori da tutto. Qualche scusante i rossoneri possono accamparla come le assenze forzate degli infortunati Leao, Bennacer e Krunic, altri titolari sacrificati sull’altare del turnover, ed infine l’ossessionante pensiero alla gara di champions contro i cugini dell’Inter partendo da un situazione di grave svantaggio. Ma tutto questo non può giustificare la debacle in terra spezzina, che se anche non compromette irrimediabilmente la corsa alla zona champions, la mette comunque a rischio. Dalla parte dei liguri passo avanti fondamentale nei bassifondi della classifica, vista anche le concomitanti sconfitte di Verona e Cremonese.
Ad orario di pranzo domenicale si consumava lo psico dramma proprio del Verona che interrompeva, con la sconfitta casalinga ad opera del Torino, una buona serie di risultati che l’avevano portato a staccare dell’equivalente di una vittoria lo Spezia. Il campo ha comunque decretato la vittoria con merito dei granata, lasciando agli scaligeri il compito di ricostruire quel vantaggio minimo ma vitale sulle concorrenti.
Della vittoria del Monza, ex matricola del campionato, contro lo scudettato Napoli, poco o nulla da dire se non che la fame di successo dei brianzoli ha avuto la meglio su chi la fame della grande vittoria l’ha appagata una decina di giorni addietro. Per dovere di cronaca dobbiamo segnalare che i partenopei ci hanno provato in ogni maniera a raggiungere quanto meno il pari, ma la buona stella monzese e la forma strepitosa di Di Gregorio glielo hanno impedito.
La Roma era attesa ad una prova non semplice su un campo ostico come quello di Bologna e con l’imperativo di portare a casa l’intera posta, per poter agganciare il Milan al quarto posto, considerando il fattore Juve. Così non è stato anche a causa delle troppe assenze che non hanno permesso a Mourinho di schierare una formazione competitiva al massimo. Il pareggio finale rispecchia le occasioni create da entrambe le squadre, anche se il Bologna ha avuto in mano il pallino del gioco con oltre il 70% di possesso palla. Adesso i giallorossi sono attesi dal ritorno di Leverkusen dove si giocheranno buona parte della stagione. Il Bologna dal canto suo tiene vivo l’obiettivo del settimo posto.
Anche la Fiorentina poteva subire l’influenza della coppa con una prima semifinale persa malamente in casa e l’obiettivo di ribaltare il risultato tra qualche giorno, ed invece i viola hanno avuto la meglio sull’Udinese grazie alla solita prova propositiva, questa volta senza pagare dazio in fase difensiva. Che i friulani non fossero scesi al Franchi per la solita gita di fine campionato, lo certifica il nervosismo di tutta la partita, culminato con le espulsioni finali di Bonaventura e Becao dopo un parapiglia generale.
A chiudere mestamente questo turno ci pensava Sampdoria-Empoli, con i blucerchiati che non sono riusciti a portare a casa neppure questa vittoria, che se non altro avrebbe reso un po’ meno amara la pillola della retrocessione e del suo dramma sportivo che ancora non vede la fine del tunnel. Per la cronaca l’Empoli ha pareggiato ben oltre il tempo di recupero. Ironia della sorte.
Alla prossima