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sabato, Giugno 28, 2025
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Commento 33^ giornata Serie A 2022/2023

«Alla fine, e non senza altro patema, questo lungamente atteso e ampiamente meritato terzo scudetto è  arrivato! Un campionato dominato in lungo e largo prima di  qualche partita addietro, ma che ha voluto tenere sulle spine fino al minuto 52 di Udinese-Napoli quando Osimhen, e chi se no, ha dato la stura all’irrefrenabile entusiasmo della meravigliosa etnia partenopea. Unico piccolo neo di questa straordinaria cavalcata vincente, il fatto di non aver potuto festeggiare con la squadra, in quello stadio intitolato al campione dei campioni napoletani, e di tutto il mondo, Diego Armando Maradona».


Alla fine, e non senza altro patema, questo lungamente atteso e ampiamente meritato terzo scudetto è  arrivato! Un campionato dominato in lungo e largo prima di  qualche partita addietro, ma che ha voluto tenere sulle spine fino al minuto 52 di Udinese-Napoli quando Osimhen, e chi se no, ha dato la stura all’irrefrenabile entusiasmo della meravigliosa etnia partenopea. Unico piccolo neo di questa straordinaria cavalcata vincente, il fatto di non aver potuto festeggiare con la squadra, in quello stadio intitolato al campione dei campioni napoletani, e di tutto il mondo, Diego Armando Maradona.

A far da cornice c’era il freddo Friuli, riscaldato dal calore di tredicimila napoletani. Si saranno forse cibati di  “Frico” invece che di una buona pizza Margherita, sorseggiando magari un Tocai al posto di un Aglianico del Taburno, ma il sapore di estrema dolcezza del successo non è mutato per nulla. Per restare nelle tradizioni partenopee vi consigliamo un terno secco sulla ruota naturalmente di Napoli: 3 gli scudetti, 33 gli anni d’attesa e 52 il minuto liberatorio, chissà…

Bravi i giocatori, bravo mister Spalletti e il suo staff, bravo De Laurentis e tutta la dirigenza, bravi tutti quelli che hanno lavorato nell’ombra e bravi i tifosi partenopei sparsi in ogni dove del globo terrestre.

Che l’Inter avesse riacquistato la facoltà di intendere e di volere era già noto ai più, ma dopo aver trasformato la partita di Verona in una salutare sessione di allenamento,  conclusasi con un punteggio finale più consono ad un match tennistico che ad una partita di calcio, per di più di importanza fondamentale per entrambe le squadre, la metamorfosi è certificata.  Proprio in virtù del risultato finale di 6 a 0 per i nerazzurri, ogni tentativo di cronaca  sembra davvero superfluo. Segnaliamo solo il ritorno alla marcatura di Dzeko (doppietta), Lautaro che ha accorciato le distanze dal napoletano  Osimhen nella classifica marcatori. Sulla prova degli scaligeri meglio tacere, un fallimento su tutta la linea.

Molto più semplice, rispetto ai cugini, si annunciava l’impegno casalingo del Milan contro una squadra, la Cremonese, quasi rassegnata alla retrocessione. A rendere tutto tremendamente più  complicato per i rossoneri, ci ha pensato mister Pioli e il suo ossessivo uso del turnover esasperato. Ad avvalorare questa tesi accusatoria la realistica valutazione della rosa milanista che si avvale di una batteria di seconde linee non all’altezza. Così per tirar fuori la squadra da una figuraccia di dimensioni cosmiche c’è voluta una punizione di Messias, grazie anche ad una deviazione avversaria, tre minuti oltre il novantesimo che pareggiava la rete del vantaggio cremonese di Orekeke. Si complica così la corsa ad un posto champions per Leao e compagni, mentre per la Cremonese la vittoria avrebbe dato qualche speranza in più, sebbene i grigiorossi non sembrano affatto mollare la presa della speranza.

A far maggiormente notizia in Monza-Roma sono state le polemiche del dopo partita, con protagonista principe il solito José Mourinho che non le ha mandate a dire all’arbitro della gara, coinvolgendo tutta la classe arbitrale. Se analizziamo la partita giocata sul campo, possiamo dire che forse la Roma avrebbe meritato di vincere, però il Monza ha dimostrato di saperci fare, specie contro le squadre di alta classifica. La Roma bersagliata dagli infortuni si giocherà tutto sabato prossimo nello scontro diretto con l’Inter. Il Monza, dal canto suo, continua il cammino verso un traguardo finale inaspettato alla vigilia.

La Lazio grazie ad un gran primo tempo e con qualche sofferenza nei secondi quarantacinque minuti, ha fatto fuori il Sassuolo con il più classico dei risultati, 2 a 0. Ancora in rete Felipe Anderson in stato di grazia, mentre il raddoppio arrivava proprio negli ultimi secondi finali. Due parole vanno spese anche per il Sassuolo che non ha certamente demeritato e il pareggio sembrava potesse arrivare da un momento all’altro nella seconda parte di gara.

Dopo un periodo di estrema sofferenza che aveva fruttato la miseria di un solo punto nelle ultime quattro partite e l’eliminazione dalla coppa Italia, la Juventus tornava a gustare il sapore del successo a spese del Lecce. Si badi bene il risultato finale di 2 a 1 è maturato dopo una gara sofferta grazie ad un Lecce per niente intimorito dal blasone bianconero. Fattori positivi, oltre i tre punti ottenuti, il ritorno al gol di Vlahovic e una ventina di minuti confortanti di Pogba. Nota negativa il grave infortunio di De Sciglio. Dalla parte degli sconfitti il conforto di una buona gara disputata, propedeutica ad un finale di campionato che li dovrebbe tenere lontano dalle secche delle zone pericolose.

Anche l’Atalanta ha dovuto sudare, e non poco, per far fuori uno Spezia finalmente consapevole che adesso la lotta si fa dura. Andamento di gara che inizialmente sembrava mettere in difficoltà i nerazzurri andati sotto molto presto. Ma una rabbiosa reazione ha permesso ai bergamaschi di andare per ben tre volte a segno. Ma lo Spezia non ci stava, rientrando in gara in tempo utile per poter raggiungere un risultato positivo. Alla fine nulla da fare con l’Atalanta che agganciava Milan e Roma in zona champions e liguri che non mutano la loro posizione grazie anche alla concomitante sconfitta del Verona.

Spettacolare pareggio per 3 a 3 tra Salernitana e Fiorentina, con i campani per tre volte in vantaggio sempre con il sorprendente Dia e i viola capaci di ribattere colpo su colpo. Alla fine pareggio equo che fa classifica per entrambe.

In caduta libera la Sampdoria che cede anche al Torino in casa propria. Termometro della gara i tiri nello specchio della porta granata: zero assoluto. Società in disarmo, allenatore dimissionario, tifosi sul piede di guerra e futuro assolutamente incerto, tutto questo pesa come un macigno sulle spalle blucerchiate. Il Torino ha fatto lo stretto indispensabile per portar via l’intera posta, nel giorno immediatamente precedente al 74mo anniversario della tragedia di Superga.

Chiusura con il netto successo dell’Empoli su un Bologna eccessivamente distratto e che pone i toscani in confort zone in vista del finale di campionato.

Alla prossima

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