Juan Guillermo Cuadrado Bello pare che da qualche tempo abbia scelto come propri colori il nero e l’azzurro. Colombiano della regione di Antioquia, la cui capitale è Medellín, e nativo di Necoclí una piccola città sulla costa settentrionale del paese che permette scrutando l’orizzonte di vedere le sponde di Panama. Il suo soprannome è sempre stato Panita che letteralmente vuol dire amico inseparabile.
La sua infanzia fu oltremodo difficile con il padre assassinato sulla porta di casa quando lui aveva quattro anni e la madre che dovette giocoforza sobbarcarsi il peso della famiglia lavorando in una piantagione di banane. Era il periodo della FARC, i gruppi armati che imperversavano in Colombia e Juan cercava nel limite del possibile di mantenersi lontano dalla strada tentatrice, solo il pallone e non le armi lo facevano uscire di casa.
Lui arrivato in Italia sedici anni fa per giocare nell’Udinese, passando poi da Lecce e Fiorentina, è il giocatore attuale del nostro campionato ad aver vinto più scudetti. Addirittura cinque in sette stagioni con la Juve, per poi riuscire a vincere una Premier League nel Chelsea di Mourinho ed un altro scudetto nell’Inter di Conte.
Sembra incredibile come uno dei giocatori più odiati, professionalmente parlando, da parte dei tifosi interisti (e non solo) abbia ora deciso di finire la propria carriera vestendo solo questi colori. Dopo l’Inter infatti è stata la volta dell’Atalanta nella scorsa stagione per accettare nella prossima la corte del Pisa di Gilardino (anche lui con sete di riscatto), che l’ha fortemente voluto. Per lui si sono sprecati gli aggettivi denigranti come indisponente, tuffatore, simulatore mentre i suoi tifosi bianconeri lo definivano nel contempo infaticabile, funambolico e molto spesso decisivo. Come non ricordare il rigore da lui provocato per un inestistente fallo di Perisic, da lì in poi la sua carriera ha subito un tracollo pur essendo il giocatore colombiano che dopo Ospina (116 contro 128) ha vestito più volte la camiseta cafetera.
Insomma il nostro prode Juan Guillermo ora si troverà dalle parti di Piazza dei Miracoli per cercare di mantenere i pisani nella massima serie ed una volta finita la sua carriera si potrà finalmente dedicare anima e corpo alla sua Fondazione con la quale sta lavorando da anni nei quartieri più poveri di Medellín. A meno che altre squadre con la divisa nerazzurra non bussino alla sua porta. Dubitiamo di Latina e Bisceglie ma perché no Club Brugge, Saarbrücken e Liverpool di Montevideo.
Foto: Giuliano Marchisciano