Da sempre la forza dei “media” è tale da creare personaggi di notevole spessore, vuoi per la competenza riguardante la tematica costantemente seguita, vuoi per l’impatto diretto che il pubblico ha con queste figure, complice un modo di “porgere”, scritto oppure orale, che risulta assai gradevole.
Questo è anche il caso dei giornalisti della radio e della TV, proprio il mondo all’interno del quale operò, dal 1944 fino praticamente alla fine dei suoi giorni (maggio 2004), Fernando Martellini detto Nando, amatissima voce dello sport (ed anche di altri settori d’informazione, specialmente nel primo periodo della sua lunga carriera). I meno giovani ricordano Martellini come radiotelecronista di calcio e ciclismo, ma in particolare della prima disciplina egli fu il “cantore” di momenti assai felici: basti ricordare le vittorie della Nazionale Italiana in occasione del Campionato Europeo del 1968 e naturalmente del “Mundial” 1982 in Spagna (un successo, quest’ultimo, che fu dal cronista romano cesellato con quel gioioso e triplice “Campioni del Mondo ! Campioni del Mondo ! Campioni del Mondo !”, passato alla storia della TV), senza dimenticare la telecronaca della leggendaria semifinale (anche questa di un torneo iridato) di Città del Messico nel 1970, disputata contro la Germania Federale e vinta per 4 a 3 dai nostri “moschettieri” dopo quei drammatici ed emozionanti tempi supplementari passati alla storia.
C’è però un altro aspetto della lunga carriera di Nando Martellini che andava rivalutato: il suo ruolo in qualità di collaboratore di testate della carta stampata e di autore di libri specifici sul calcio e sullo sport in generale. Cesare Borrometi, insegnante di Lettere dal passato di giornalista pubblicista nonchè da sempre autore di saggi di varia umanità dedicati a fatti e personaggi del secondo Novecento, e Pino Frìsoli, esperto enciclopedico della storia della televisione sportiva in Italia (e non solo), hanno raccolto il meglio di articoli e libri pubblicati da Martellini dal 1959 al 1997 in un volume molto interessante, preoccupandosi anche di guidare i lettori (soprattutto i più giovani, che di Martellini hanno sentito solo parlare da padri e nonni) nel periodo storico-agonistico cui ogni singolo brano scelto si riferisce. Ne è venuta fuori un’opera che ha suscitato interesse tra gli appassionati di sport e di calcio di tutte le età e che fonde le nozioni storico-agonistiche con gli aspetti di uno stile narrativo, scritto o parlato che fosse, che con il passare del tempo ha assunto il ruolo di una vera lezione da seguire, soprattutto per quanti volessero in futuro diventare ideali “discendenti” di Nando Martellini in qualità di commentatori sportivi radiotelevisivi.