Gli uomini di Palladino partono bene sfruttando con buona disinvoltura le fasce laterali e non è un caso se le due reti messe a segno dai gigliati nei primi venti minuti scaturiscono da due ottimi cross dal fondo. Dapprima è Adli, con una girata volante su assist di Gosens dalla sinistra, a battere Provedel che riesce solo a toccare la palla, ma non ad intercettarla. L’azione del secondo goal è ancora più preziosa dal punto di vista tecnico, in quanto Dodò salta facilmente l’uomo (Pellegrini), arriva sul fondo e mette al centro un traversone che Beltrán non può far altro che insaccare. La Lazio prova a reagire, ma è ancora la Fiorentina a sfiorare il terzo goal con Gudmundsson che coglie il palo.
Nella ripresa la Lazio rientra con propositi bellicosi e attacca a testa bassa, con tanto cuore, anche se la frenesia impedisce ai biancocelesti di creare vere e proprie occasioni da goal. La Fiorentina, tuttavia, non riesce più a ripartire e progressivamente abbassa il proprio baricentro. Il finale è pirotecnico: Marusic accorcia le distanze in mischia e poi sfiora il pareggio con un tiro dalla distanza, intercettato miracolosamente da De Gea, che devia in angolo. In un clima arroventato (espulsi i due allenatori Baroni e Palladino dall’incerto Rapuano), Pedro coglie un palo clamoroso proprio pochi secondi prima del triplice fischio finale.
Termina così la serie negativa della Fiorentina, che torna al successo dopo 6 partite. Dal canto suo, la Lazio inciampa nuovamente davanti ai propri tifosi. La lotta per il quarto posto è più aperta che mai.
Dodò – Foto Giuliano Marchisciano