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mercoledƬ, Agosto 13, 2025
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Ci ha lasciati Sven-Goran Eriksson 76 anni: una vita vissuta con calma, ma a cento all’ora

Il calcio piange la scomparsa di Sven-Goran Eriksson, 76 anni.

Al mondo d’oggi quando qualcuno ti definisce ā€œbrava personaā€ tu arricci il naso pensando che poi alla fine lui voglia dire che sei uno sprovveduto, ingenuo o troppo altruista mentre una volta il termine ā€œbravoā€ stava a significare una persona tenace, valorosa, indomita. Un po’ quello che erano i guardaspalle di Don Rodrigo che Manzoni appunto definiva ā€œbraviā€.

Nel nostro caso invece nel definire Sven una ā€œbrava personaā€ si torna alla vera accezione del termine, ossia una persona mite, rispettuosa ed elegante nei modi. Nato 76 anni fa nella piccola Sunne, ad ovest di Stoccolma ed a nord di Gƶteborg (Iotebƶri direbbe Franco Bragagna) come tutti i grandi allenatori non ebbe una grande carriera come giocatore, il suo ruolo era quello di terzino destro. Ben presto divenne a soli 31 anni l’allenatore di quel IFK Gƶteborg portandolo alla ribalta internazionale ed alla vittoria di un paio di Coppe di Svezia e Campionati oltre che la Coppa UEFA del 1982. Da lƬ fu tutto un crescendo, il Benfica vide in lui un allenatore emergente, con i lusitani vinse due campionati ed una Coppa del Portogallo per poi passare due anni più tardi alla Roma. LƬ rimase tre anni vincendo solo una Coppa Italia e perdendo sul filo di lana uno scudetto (famosa la sconfitta in casa con il Lecce). La Fiorentina fu il suo secondo club italiano dove rimase una sola stagione per ritornare al suo amato al Benfica raggiungendo la finale di Coppa Campioni persa contro il Milan. Nel 1992 il suo approdo alla Sampdoria dove rimase per ben cinque stagioni vincendo una Coppa Italia per poi passare alla Lazio dopo aver pensato di allenare il Blackburn Rovers. Grandi successi con i laziali: due Coppe Italia, due Supercoppe e lo Scudetto nel 2000.

Finalmente le porte inglesi si aprirono e la FA pensò in lui per sostituire Kevin Keegan ed essere quindi il primo allenatore non inglese ad allenare la Nazionale. Fra alti e bassi dovuti a critiche dei media di quelle parti lasciò la Perfida Albione dopo sette anni per diventare il primo allenatore svedese del Manchester City. LƬ rimase una sola stagione nonostante i tifosi fossero con lui organizzando addirittura 14.000 firma affinchĆ© rimanesse. Sven da autentico giramondo fu subito nominato DT della Selezione Messicana dove rimase ben poco attratto dalle promesse del Notts County (il club inglese più antico) per boca del nuovo magnate, l’ex presidente del Lincoln City Ray Trew, assicurandogli un contratto annuale di 2 milioni di sterline. Si trattava però di promesse da marinaio ed una volta resosi conto che il club mai sarebbe stato capace di arrivare in Premier decise di accettare la proposta della Costa d’Avorio dove durò solo sei mesi alla guida della Nazionale degli Elefanti. Tornato in Inghilterra allenò il Leicester City per poi concludere la propria carriera in Cina e come selezionatore delle Filippine. In questo tourbillon di impegni e variegate esperienze il nostro gelido (ma poi non troppo) svedese non si ĆØ fatto mancare nulla a livello personale e soprattutto sentimentale.

Divorziato dalla prima moglie dopo 17 anni di matrimonio e due figli, nel maggio del 1998 conobbe l’italiana Nancy dell’Olio, sedotto dalla sua avvenenza e con la quale si trasferƬ a Londra. LƬ però ebbe una storia con la presentatrice televisiva Ultika Jonsson pur non separandosi mai da Nancy per poi ricadere nell’errore attraverso una relazione con l’ex modelo ed impiegata della FA, Faria Alam. La separazione da Nancy arrivò solo nell’agosto del 2007.

Insomma una vita veramente vissuta a 360 gradi e le ultime sue dichiarazioni di pochi giorni fa non fanno altro che testimoniarlo oltre che ammettere le sue pecche ed i suoi sbagli. Purtroppo un male incurabile, di quelli che non perdonano, ce lo ha portato via in soli sette mesi, ma tutti pensiamo od almeno speriamo che non sia per sempre.

Foto Giuliano Marchisciano

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