…Non ci vuole di certo utilizzare il miglior programma di intelligenza artificiale per comprendere che solo un estremo atto di autolesionismo potrebbe evitare all’Inter di vincere il suo ventesimo scudetto con conseguente conquista della seconda stella….

La nostra considerazione non nasce dai punti di vantaggio in classifica, che sono comunque sostanziosi, ma per il modo in cui la squadra si impone su qualsiasi avversario sia esso di alto, medio o basso lignaggio tecnico. Saltiamo ogni considerazione sui fatti di cronaca del 4 a 0 con il quale si sono liberati di una Salernitana che, anche se ultimissima in classifica, aveva fermato il Milan e venduto cara la pelle con la Juventus. Ci piace però snocciolare qualche numero che la dice lunga sull’imbarazzante dominio nerazzurro: tiri totali verso la porta 27 a 1, calci d’angolo 18 a 0, azioni pericolose 17 a 0, pali 2 a 0 e così via. Sempre per quanto riguarda i numeri, Lautaro Martinez con il suo 125mo gol si piazza all’ottavo posto assoluto tra i marcatori nella storia dell’Inter.
Ad avvalorare tutto il discorso fatto precedentemente ci viene in soccorso l’ennesimo, il quarto consecutivo, risultato negativo della Juventus che ventinove giorni addietro vantava un punto di vantaggio sui nerazzurri. Questa volta a rendere amaro il turno di campionato ai bianconeri ci ha pensato il Verona capace di fermare gli uomini di Allegri sul risultato di 2 a 2. Non si comprende come la Juve possa aver subito questo processo involutivo, che, però va chiarito subito, riguarda principalmente i risultati perché sul piano del gioco i bianconeri non avevano brillato neanche in precedenza. Adesso la strada si fa dura perché, seppellita l’ascia di guerra per lo scudetto, va immediatamente disotterrata quella per la piazza d’onore e per la coppa Italia. Allegri avrà l’arduo compito di raccogliere i cocci per rimetterli insieme e dare un senso all’intera stagione. Per il Verona, dopo la rivoluzione d’inverno, un punto importante ma che qualche piccolo rammarico lo lascia.
Se dovessimo definire questo campionato prendendo spunto dalla tavolozza dei colori dovremmo scegliere certamente il nero e l’azzurro e non solo per merito della capolista, ma grazie anche all’Atalanta che sta correndo forte tanto quanto l’Inter, dopo un inizio poco convincente. Il 3 a 0 finale inflitto al Sassuolo la dice lunga sullo stato di salute dei bergamaschi, anche se i neroverdi allo scadere del primo tempo avevano avuto la chance del pareggio, grazie ad un rigore fallito per ben due volte da Pinamonti. Adesso la verità assoluta sulle reali potenzialità dell’Atalanta sarà svelata dal doppio confronto consecutivo con la milanesi, entrambe al Meazza, prima con il Milan e tre giorni dopo con l’Inter. Per il Sassuolo pochissimo verde e tanto nero; necessita una svolta.
Anche se di anni ne son passati quasi novanta da quella “squadra che tremare il mondo fa”, il Bologna di questo campionato qualche discreta tremarella agli avversari l’ha generata di sicuro. A farne esperienza diretta quella Lazio che in settimana aveva messo sotto addirittura il grande Bayern in Champions. Due a uno dei bolognesi all’Olimpico con una rete capolavoro del sempre più incredibile Zirkzee. Il sogno di arrivare, dopo tanti anni, in Europa anche quella più prestigiosa, non sembra più impossibile. Alla Lazio resta la consapevolezza di non aver mai mollato anche se la fatica di coppa nel finale si è fatta sentire.
Si fa sempre più seria la situazione dei campioni in carica del Napoli che sono riusciti ad acciuffare il pareggio con il Genoa solo nei minuti finali. Addirittura peggiore il rendimento attuale, quello targato Mazzarri, rispetto al periodo Garcia. Alcune voci di spogliatoio parlano di un possibile cambio ulteriore sulla panchina partenopea. Questo pareggio serve al Genoa per puntellare la sua più che dignitosa classifica.
Buon successo del Torino contro il Lecce alla sua sesta sconfitta esterna consecutiva. Primo tempo alla camomilla con i pugliesi ad avere l’unica palla gol. La ripresa vedeva un Toro molto più volitivo che colpiva con Bellanova e Zapata.
Due pareggi, entrambi per 1 a 1, nelle gare del primo pomeriggio domenicale tra Udinese-Cagliari ed Empoli-Fiorentina. Possiamo dire che nella sostanza il pari è parso essere il risultato più giusto per tutte e quattro le contendenti e diciamo pure il più premiante.
La Roma riprende il suo cammino, dopo lo stop interno contro l’Inter, e lo fa soffrendo tanto nel primo tempo di Frosinone, ma mettendo in campo una ripresa molto più convincente, proponendo il suo gioco fatto di aggressività e ripartenze. I frusinati hanno certamente di che rammaricarsi del risultato, tenendo conto anche di una classifica fattasi non del tutto rassicurante.
Non bastasse il tonfo della Juventus eccoti un altro ben più rumoroso. A provocare tutta questa caciara ci pensa il Milan, candidato al sorpasso sui bianconeri per proclamarsi a furor di popolo quale unico avversario de cugini interisti nella lotta per il titolo. Il Monza, avversario sempre battuto nei precedenti incontri, rifila un pesante 4 a 2 agli uomini di Pioli questa volta letteralmente”on fire” ma nella sua accezione negativa. Sconfitta maturata nel primo tempo per due follie, prima di Thiaw che causa maldestramente il rigore del vantaggio brianzolo, e subito dopo di Jovic espulso per gioco violento. Nella ripresa Pioli mette in campo l’artiglieria titolare e questo porta i rossoneri ad agguantare il pareggio, nonostante l’inferiorità numerica, con Giraud e Pulisic. Ma nei minuti finali un uno-due del Monza riportava il risultato dalla parte dei padroni di casa. Chissà se nel suo cuore Adriano Galliani abbia gioito per davvero? Non lo sapremo mai.
Foto Fabio Lo Cascio e Giuliano Marchisciano One+Nine Images