…Tutti pronti alla vigilia per la visione dell’ennesima puntata del tormentone di questo scorcio di campionato, ovvero il sorpasso e il conseguente contro sorpasso, tra le due squadre rivali per antonomasia, un po’ come la contrada dell’Aquila e quella della Pantera in terra senese. Ma proprio quando tutto faceva presagire il ripetersi dell’evento, o addirittura, per difficoltà di calendario, il solo sorpasso juventino, ecco spuntare dalla fredda terra d’Islanda il nuovo campioncino della Genova rossoblu, tale Gudmundsson capace con la sua rete di determinare il risultato finale di parità…
Tutti pronti alla vigilia per la visione dell’ennesima puntata del tormentone di questo scorcio di campionato, ovvero il sorpasso e il conseguente contro sorpasso, tra le due squadre rivali per antonomasia, un po’ come la contrada dell’Aquila e quella della Pantera in terra senese. Ma proprio quando tutto faceva presagire il ripetersi dell’evento, o addirittura, per difficoltà di calendario, il solo sorpasso juventino, ecco spuntare dalla fredda terra d’Islanda il nuovo campioncino della Genova rossoblu, tale Gudmundsson capace con la sua rete di determinare il risultato finale di parità.
Iniziamo così la nostra analisi della sedicesima giornata proprio dalla partita che poteva dare seguito alle attese sopra citate, ovvero Genoa-Juventus gara che negli ultimi anni ha sempre riservato sorprese non sempre liete ai campioni bianconeri. Anche quest’anno la trasferta in terra ligure non ha regalato ai bianconeri il trattamento sperato con l’imposizione del risultato di parità 1 a 1. Punteggio alla fine giusto con il grifone nei panni dello scontento. La Juventus può mettere sul tavolo la mancata concessione di un calcio di rigore apparso abbastanza netto, ma appellarsi agli episodi per nascondere problematiche evidenti e quanto mai radicate nel roster bianconero, magistralmente mascherate dalle capacità di gestione del gruppo di mister Allegri, potrebbe risultare una pratica controproducente. Il deficit di qualità della manovra risulta essere evidente, anche se supplito dalla volontà dei singoli e dal loro essere squadra con convinzione. Dal canto suo il Genoa ha tenuto testa con quella consapevolezza di potersela giocare anche contro una squadra di nome Juventus.
L’Inter reduce dalla partita di Champions dove, a causa di alcune scelte di formazione discutibili, non riusciva nell’impresa di conquistare il primato e per questo tra febbraio e marzo dovrà vedersela negli ottavi con l’Atletico di Madrid. Dicevamo l’Inter, approfittando del pareggio della Juventus, poteva affrontare la partita dell’Olimpico contro la Lazio con relativa tranquillità e con la certezza che una vittoria le avrebbe permesso un allungo significativo, se non per il numero di punti, per l’aspetto prettamente mentale. La partita i nerazzurri l’hanno affrontata con il solito cliché degli impegni di cartello: gestione del pressing iniziale avversario, per poi prendere in mano le redini dell’incontro e, grazie agli affondi vincenti dei due bomber Lautaro e Thuram, poter gestire il vantaggio con moderata facilità. Al momento i nerazzurri sono un paio di spanne più forti di tutte le altre squadre sia per roster che per qualità di gioco, chapeau! Della Lazio, tradita dai suoi uomini migliori, si sono visti i reali limiti e confermarsi tra le quattro o cinque squadre ammesse alla champions del prossimo anno sarà impresa ardua.
Dietro la coppia Inter-juventus riprende forza l’altra grande storica del nostro calcio, il Milan. Di ritorno dalla terra di Albione con in valigia il successo di Newcastle, che gli ha permesso si di restare in gioco ma con il declassamento in Europa League, i ragazzi di Pioli hanno sfoderato una ottima prestazione contro i vicini di casa del Monza, portandosi a casa, oltre i tre punti, una buona dose di ottimismo per il futuro. Mai in discussione il risultato, 3 a 0, e prestazione brianzola lontana dalla sufficienza, nonostante il maggior possesso palla ma mai finalizzato (un solo grande intervento di Maignan).
E ancora dietro cosa succede? Be succede che un magnifico Bologna, che non sarà certo quello che “tremare il mondo fa” ma che abbina alla concretezza anche trame di gioco di provata eleganza che rubano l’occhio, si porta in solitaria al quarto posto. Vittima di turno la Roma che senza il duo Lukaku-Dybala non è mai riuscita a creare pericoli davvero importanti ai felsinei. Per gli uomini di Mourinho un salto mortale triplo all’indietro che li collocano fuori dal gruppo delle candidate all’Europa.
Alle spalle del Bologna si piazza il Napoli che torna al successo dopo i due ko con Inter e Juventus, intervallate dal successo di coppa sul Braga. La nota lieta, tanto quanto i tre punti, la ritrovata verve della coppia regina dello scorso campionato Osimhen-Kvara. Il primo, oltre a mettere a segno una rete delle sue, si è reso protagonista di un assist per il georgiano di notevole levatura tecnica. Al Cagliari di mister Ranieri questa volta il miracolo nell’extra time non è riuscito ma certamente esce a testa alta dal Maradona mandando a segno per il momentaneo pareggio il solito Pavoletti.
Molto sofferta quanto importante la vittoria della Fiorentina che riesce a far fuori un Verona molto aggressivo. Scaligeri capaci, nei primissimi minuti, a fallire pure un calcio di rigore. In ogni modo per i viola passo avanti in classifica significativo che fa il pari con il primo posto nel girone di Conference ottenuto giovedì in terra d’Ungheria.
Altra squadra a compiere un bel salto in avanti è il Torino che con una partita di gestione accurata dell’esiguo vantaggio, ottenuto grazie alla rete di Zapata, ha fatto fuori l’Empoli che sta pagando a caro prezzo la modestia della propria rosa, nonostante il buon lavoro di mister Andreazzoli.
Importante il successo del Lecce sul Frosinone che permette ai salentini il sorpasso in classifica sulla rivale per il titolo di reginetta delle “piccole”.
Fuochi d’artificio ad Udine dove il Sassuolo è riuscito a rimontare il doppio vantaggio friulano grazie ad una doppietta di Berardi nel finale. Entrambe le reti realizzate su calcio di rigore, ma risultato ampiamente meritato, se non addirittura stretto, visto il totale dominio del secondo tempo.
Chiusura di giornata con il netto successo dell’Atalanta 4 a 1 su una Salernitana sempre più ultima che può consolarsi solo del buon primo tempo. Oltre al chiaro successo altre buone cose in chiave nerazzurra ci ha detto questa partita: la conferma di Muriel e l’aver ritrovato il De Keteleare di inizio torneo con gol e assist.
Alla prossima
Foto Fabio Lo Cascio e Giuliano Marchisciano One+Nine Images