Finisce tra i fischi e le urla della Maratona (“Vergognatevi”) rivolte ai calciatori (?) del Torellino, in una delle versioni più sbiadite e indecenti dell’ultimo periodo.
Squadra senza anima, senza gioco, senza coraggio, timorosa e incapace di reagire agli schiaffoni bergamaschi, incassati in meno di 10 minuti.
Modulo confermato, il 3-4-2-1 che a Roma era valso 3 punti che diventava 5-4-1 in fase difensiva, per Baroni che metteva in discussione il centrocampo, inserendo Ilic per Casadei.
A bocce ferme, una scelta disastrosa. Il Torino pativa in mezzo al campo e faticava a portare iniziative offensive degne di tal nome.
Gli ospiti, senza troppa difficoltà trovavano i gol che spezzavano l’equilibrio e la partita si concludeva al 45′.
Tifosi spazientiti e inferociti dalla pochezza della risposta granata, praticamente impalpabile se non in qualche iniziativa personale di Simeone (troppo solo, forse andrebbe sostenuto maggiormente?).
Per il Toro e i suoi tifosi un’altra giornata di dimenticare. Una giornata iniziata con l’ennesima marcia di protesta, le bandierine distribuite fuori dallo stadio insieme ai fischietti per una contestazione più che civile, che visti i chiari di luna, non crediamo sia finita qui.
Il vaso è colmo da tempo e la squadra riflette una società assente, lontana anni luce dal Toro di cui si sono perse le tracce oramai da tempo immemore.
Svuotati dalla pochezza i tifosi, penosi i calciatori in campo, disatrosa la dirigenza: il quadro è completo.
Giovedì arriva il Pisa in Coppa Italia. Prezzi popolari per gli abbonati, 1 euro: biglietto in linea con le ambizioni societarie e le prestazioni in campo.
Di questa domenica disastrosa, registriamo anche l’errore dal dischetto di un generoso Zapata. Lui e Simeone, sono il simbolo della presidenza Cairo: dovevano arrivare quando erano all’apice, giocano in questa specie di Torellino, a fine carriera.
Per carità, tantissima roba (soprattutto l’argentino oggi, seppur nel naufragio) per queste latitudini, ma il segno tangibile dell’incapacità imprenditoriale, sportiva e gestionale di Urbano Cairo.
Dopo le dichiarazioni del Patron sulla contestazione (“Sono come un acufene”), oggi, il premio per il miglior coro va all’autore anonimo, che nel mezzo dell’imbarazzante della prova granata, si è alzato urlando: “Acufene, uno di noi.”
Meglio un rumore di fondo, che un silenzio complice.
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