Segnali di vita, cantava il maestro Battiato: fortunatamente ogni tanto accadono anche a queste latitudini, così lo spaurito Torellino di Milano, diventa un Torello che a tratti mostra spunti interessanti.
Dopo l’indigestione di San Siro, il Toro di questo pomeriggio di fine agosto, trova il primo punto del suo campionato contro una Fiorentina solo a tratti convincente, apparsa stanca dopo le fatiche di Coppa.
Un brodino per il malato granata, ancora convalescente mentre tutt’intorno, stadio e ambiente continuano il loro personale duello a distanza con la società.
Per tornare al campo, padroni di casa più convincenti, a tratti anche belli da vedere grazie a qualche trama interessante, ma poco precisi sotto porta dove sono mancati un pizzico di cinismo e precisione.
Grande assente, il gol, anche grazie ad un attento De Gea (migliore dei suoi insieme a Dodô): il Toro ha creato, mostrando passi avanti rispetto alle prime due uscite stagionali contro Modena e Inter.
La sensazione è che con il 4-3-3 la squadra sia più equilibrata, che le distanze tra i reparti siano sostanzialmente ritrovate e che gli interpreti siano adeguati allo spartito.
Rispetto alla partita di San Siro, Baroni ha cambiato quattro undicesimi inserendo Ilic, Maripan, Pedersen e il neo acquisto Asllani per Gineitis, Masina, Lazaro e Ilkhan.
Proprio l’albanese, ex Inter, tanto atteso, è stato fra i più deludenti, incapace di dettare i tempi e il ritmo del gioco, denotando la logica difficoltà di entrare nei meccanismi in un ruolo tanto complesso. La sosta sarà utile per integrare al meglio lui e gli ultimi arrivati (ammesso che il terzino sinistro Nkounkou dal Francoforte e un centrale difensivo arrivino per davvero), e magari studiare soluzioni alternative soprattutto davanti.
Senza una regia degna di nome, il Toro si è adeguato, saltando spesso e volentieri il centrocampo, con il rilancio lungo di Israel alla ricerca della spizzata di Casadei (buona prova la sua) e all’inseguimento delle seconde palle che a San Siro erano state tutte appannaggio dell’Inter.
In conclusione, il Toro costruito sin dal ritiro, con un modulo che non è in grado di sostenere (il 4-2-3-1), costringe Baroni a cambiare rotta. 4-3-3 o il passaggio alle due punte, con Vlasic alle loro spalle sembrano soluzioni praticabili anche se simili cambiamenti sbugiardarebbero il mercato.
Ma chi conosce i chiari di luna granata sa che da queste parti, fare tutto e il suo contrario, è ordinaria amministrazione.
Pagelle
TORINO
Israel 6 Attento su Piccoli. Così così con i piedi. Primo clean sheet in Serie A.
Pedersen 5,5 Corre, crossa (male), in copertura se la cava.
Maripan 6,5 È tornato il El Toqui e la difesa non balla. Leader del reparto.
Coco 6,5 Più sicuro del solito. Ha bisogno di un riferimento che lo guidi. Attento.
Biraghi 5 Spinge poco e dalle sue parti c’è il fastidiosissimo Dodô. Sempre in sofferenza. (dal 76’ Lazaro 5 Entra e prende un giallo che solo per questione di centimetri non è un rigore solare. Svagato)
Ilic 6 Siamo alle solite. Il piede c’è, la voglia un po’ meno (dal 76’ Gineitis 6 Entra bene, con attenzione)
Asllani 5,5 Esordio in granata con regia scolastica. Spesso distante dal pallone. (dall’81 Tameze sv)
Casadei 6,5 Fa a sportellate, di testa le prende tutte. Mezzo punto in meno per l’occasione non sfruttata in avvio. In crescita.
Ngonge 5,5 Sgasa, accelera, sprinta ma senza incidere. Una buona occasione nel primo tempo. (dall’81 Aboukhlal sv)
Simeone 6 Lotta in mezzo ai difensori viola e ha spesso la meglio, tant’è che spesso lo devono fermare con le cattive. Esce stremato e dalla panca non smette di incitare i suoi (dal 62’ Adams 6 Generoso. Arriva con una frazione di secondo all’appuntamento con un pallone invitante)
Vlasic 5,5 Destra, sinistra, centro. Regista offensivo si ritaglia spazi ma appare fuori ruolo.
Baroni 6
La squadra è più pratica, gioca meno con la costruzione dal basso e più a saltare il centrocampo. Questo punto è un brodino ma almeno qualcosa si inizia a vedere.
Fiorentina
Migliori
De Gea 7 e Dodô 7
Peggiore
Sohm 5
Arbitro: Abisso 5,5
Fischia di continuo, spesso a sproposito, spezzettando il gioco. Non appare sicuro.



