Il derby di Milano finisce in parità e onestà intellettuale impone di dire che è giusto così. Il Milan sopperisce al gap tecnico inferiore con una inaspettata grinta, grande assente nelle ultime prestazioni, vedi Zagabria. Coinceçao copre bene le fasce e devitalizza l’Inter.
Soprattutto il Milan combatte palla su palla ben messa in campo e compatta in fase difensiva. Proprio il giorno in cui era assente Fofana, pilastro dell’incontrismo, il Milan si rituffa su ogni palla con un vigore inaspettato e fa ben sperare sulla definitiva risoluzione del problema, melius “problemone”: la doppia fase e quella difensiva in particolare. Che Pioli e Fonseca non avevano risolto.
L’Inter, da parte sua, ha premuto a lungo colpendo tre pali e meritando il pari raggiunto in extremis. Ma Inzaghi deve interrogarsi sull’approccio pessimo alla gara e su una superiorità sterile. In conferenza, pur riconoscendo i predetti limiti, si sofferma su contestazioni arbitrali sinceramente inopportune. Meglio Thuram, un signore, che, a mia domanda, ammette che a prevalere è la delusione per una prestazione non eccezionale.
Foto Giuliano Marchisciano